Il Papa, vivaddio per l’occasione poco pop, non ha voluto compiacere il culto animistico-consumistico che tanto piace alla gente e ai suoi mass media. Francesco ad una signora che da lui aspettava benedizione per il cagnolino che teneva in borsa, benedizione non ha dato ma rimbrotto. E quindi non pochi hanno gentilmente rimbrottato il Papa in nome del non si delude mai il pubblico che chiede un autografo magari inchiostrato di santità. Papa stavolta, vivaddio, poco pop. Ha evitato, schivato la costrizione mediatico populistica a qualcosa tra il magico e lo blasfemo. Altro non è la benedizione di un cane che griffarlo. Appunto qualcosa tra il magico e lo blasfemo.
Presuntuosa assai, quasi certamente a sua inconsapevolezza. Ce ne vuole di presunzione per presumere appunto una attenzione, una predilezione, una segnalazione del divino e delle sue vicarietà in Terra per il “proprio” cane. L’idea che la divinità si occupi, possa occuparsi, debba occuparsi dei fatti nostri, proprio quelli nostri, è il massimo della presunzione umana. Eppure è pieno, oggi come in altri tempi, di calciatori che chiamano la divinità a tifare per la loro squadra, di cantanti che chiamano la divinità a suonare per loro, di politici che chiamano la divinità in campagna elettorale con loro, di gente comune che chiama la e le divinità a curare le “loro” malattie o affari o affanni purché siano appunto e proprio i loro (ignari e comunque refrattari alla teodicea, cioè alla domanda per cui se la divinità è la responsabile ultima della guarigione lo deve essere anche della malattia). La signora presuntuosa assai è solo una della assai vasta folla di umani che la divinità la vivono come un super influencer cosmico che, se volesse occuparsi di questa cosa qui la nostra…
Infine lui, lo diamo per maschio anche se non è stato precisato. Lui stava in una borsa, lo portano in giro in una borsa. Dimensioni e utilizzo da pronto asporto. Funge da decorazione sociale, pratico, poco ingombrante e specifico segnale di riconoscimento appunto sociale. Il cagnolino da asporto in borsa è già da solo un netto identikit della signora, dell’habitat socio culturale (della signora non del cane). E poi è un asporto in accezione più vasta, grandiosa e polifunzionale: come ha detto il Papa, stavolta vivaddio poco pop, quel cagnolino in borsetta fa le veci di un bambino in passeggino. Liberi tutti di praticare questo tipo di asporto affettivo, ma volerlo far benedire dalla mano o per conto e in nome del divino è anch’esso asporto. Di decenza.
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