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Pensionato lavora come comparsa un giorno (166 euro), l’Inps gli blocca la pensione ed esige 26mila euro

Ha ricevuto 166,60 euro lordi per avere fatto la comparsa in un film come corista e a quel punto a un pensionato perugino di 66 anni ha ricevuto dall’Inps la richiesta di restituire 54 mila euro (scesi poi a 26 mila). La vicenda è raccontata oggi dal Messaggero sulle pagine umbre. L’uomo ha spiegato di far parte di una corale di amici non professionisti che si è già esibita in molte regioni d’Italia e all’estero, gratuitamente e autofinanziandosi.

“Nel dicembre 2022 – racconta al Messaggero -, per provare un’esperienza nuova e divertente, aderii alla proposta di alcuni amici coristi e partecipammo come comparse in un film, che si sarebbe girato in provincia di Roma la cui scena si svolge in un contesto religioso nel quale noi distribuiti tra i fedeli li avremmo dovuti sostenere con il canto nello svolgimento di un elementare salmo.

Fa la comparsa un giorno (166 euro), l’Inps gli blocca la pensione

Girammo un’unica scena conclusasi in poche ore. Nei giorni seguenti venimmo a sapere che era previsto un rimborso spese di circa 150 euro da noi completamente inatteso e arrivato il 28 dicembre 2022. Da questo momento per me si è scatenato un inferno allucinante. La prestazione era stata configurata come lavoro subordinato e non occasionale e l’Inps, incrociando i miei dati con il Cud stilato dalla società di produzione, (166,60 euro lordi come reddito da lavoro dipendente) ha interrotto l’erogazione della pensione”.

Ha poi spiegato che è stato informato come, avendo intrattenuto un’attività lavorativa subordinata, decadeva la sua pensione per il 2022 e successivi (2023) per incumulabilità. “Con un conteggio di riliquidazione – sostiene ancora – mi ritengono debitore di 54.087,54 euro da restituire in quanto indebitamente percepito”. “A seguito di una ricostituzione reddituale nella quale dichiaro che nell’anno 2023 il mio unico reddito deriva dall’abitazione di proprietà – ha spiegato ancora – siamo riusciti a farci ripristinare la pensione del 2023. Rimanendo però ancora debitore di 26.526,77 euro dei quali 5.000 circa da Inps già trattenuti in fase di liquidazione degli arretrati”.

Warsamé Dini Casali

Blitzer della prima ora, cerco di interpretare le notizie senza litigare con i fatti. Relativista tiepido, credo in un’informazione libera ma non nel mito della sua presunta neutralità. Considero il giornalismo online un’opportunità e una sfida: senza rischi che gusto ci sarebbe?

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