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Pescara sotto choc: 25 coltellate per finire Thomas, poi i due minorenni hanno infierito con terribili sevizie

Una città sotto choc. Appare così Pescara a meno di due giorni dal brutale omicidio di Thomas Luciani. Girando per le vie del capoluogo adriatico, il terribile fatto di cronaca è uno dei principali argomenti di conversazione.

Sui social tanti i post e i commenti agli articoli di stampa. I temi principali tirati in ballo dagli utenti, oltre alla sicurezza in città, sono il disagio giovanile, il ruolo dei genitori e quello della scuola. Tanti anche i biglietti e i mazzi di fiori, rossi e bianchi, lasciati al parco “Baden Powell” di via Raffaello, a pochi minuti dal centro cittadino.

25 coltellate, poi hanno infierito

Quindici coltellate sferrate dall’uno, dieci dall’altro. Sputi sulla vittima agonizzante a terra e perfino una sigaretta spenta sul volto. Poi, una volta al mare, macabre battute su come il ragazzino era stato ridotto.

A meno di due giorni dall’omicidio di Christopher Thomas Luciani, il 17enne di Rosciano ucciso domenica pomeriggio con 25 coltellate in un parco del centro di Pescara, emergono nuovi dettagli sul delitto. A svelarli è il quotidiano abruzzese ‘il Centro’ nell’edizione odierna.

I terribili dettagli del delitto sono contenuti nel decreto di fermo dove si sottolinea che i due 15enni “in concorso tra loro”, uccidevano Christopher Thomas Luciani “con 25 coltellate”, “arrecando sevizie e operando con crudeltà, mediante calci e sputi mentre era riverso sul terreno esanime”.

“Ciò che emerge è l’assenza di empatia emotiva con un fatto di tale inaudita efferatezza, tale da inveire sul cadavere, recandosi presso lo stabilimento balneare per fare il bagno al mare, senza chiamare soccorsi o denunciare il fatto alle autorità, anzi chiacchierare con macabra ironia sul fatto appena avvenuto”, si legge nel decreto.

“Nonostante l’accaduto siamo andati al mare a fare il bagno”

I rantoli di Thomas agonizzante e i due 15enni che gli dicevano “stai zitto”. E’ il racconto del testimone del terribile delitto di Pescara. “Ero allibito, volevo fermarli ma non sapevo come fare. Sembrava che non ci stessero più con la testa”, ha detto il giovane che ha fatto poi scattare l’allarme. E aggiunge: “Nonostante l’accaduto siamo andati al mare a fare il bagno” e lì uno dei due presunti assassini “si è disfatto del coltello che aveva avvolto in un calzino sporco di sangue, lasciandolo dietro agli scogli”.

“Diceva che per lui era diventata una questione di rispetto”. Era infatti la vittima a dover dare 250 euro a uno dei due.

 

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