Cronaca Italia

Picchiano la figlia e la costringono ad abbandonare gli studi, lei li denuncia

Diplomarsi con un ottimo voto e prepararsi per l’università è un traguardo significativo per qualsiasi giovane. Tuttavia, per una ragazza nordafricana residente in una piccola località della provincia di Palermo, questo percorso è stato una vera e propria battaglia contro le rigide imposizioni dei suoi genitori di fede islamica. Durante i cinque anni del liceo, la giovane ha dovuto affrontare continue pressioni e tentativi di farla desistere dallo studio. La situazione è culminata in un episodio drammatico durante gli esami di maturità, quando i genitori si sono presentati nell’istituto scolastico con l’intento di impedirle di sostenere le prove finali. Il dirigente scolastico, comprendendo la gravità della situazione, ha immediatamente chiamato i carabinieri, attivando il codice rosso.

L’intervento delle autorità

La giovane ha raccontato alle autorità le continue violenze e vessazioni subite, spiegando che, secondo i genitori, la fede islamica vieterebbe alle donne di proseguire gli studi. In particolare, il padre si è mostrato il più accanito nel cercare di imporre i dettami della sharia, simili a quelli imposti dai talebani in Afghanistan. In risposta alle gravi accuse di maltrattamenti in famiglia, i carabinieri della compagnia di Lercara Friddi hanno eseguito un’ordinanza cautelare, vietando ai due coniugi di avvicinarsi alla figlia. Il giudice per le indagini preliminari del tribunale di Termini Imerese ha inoltre ordinato l’applicazione del braccialetto elettronico per entrambi i genitori, al fine di garantire la sicurezza della ragazza, ora ospitata in una struttura protetta fuori dalla Sicilia.

Un futuro di speranza e libertà

Durante il periodo degli esami, la giovane ha trovato rifugio presso alcuni amici, riuscendo a completare il suo percorso scolastico e realizzando il sogno di iscriversi all’università. Questo successo rappresenta non solo una vittoria personale, ma anche un simbolo di resistenza e determinazione contro l’oppressione. L’Imam Ahmad ‘Abd Al-Majid Macaluso, responsabile per la regione Sicilia della comunità religiosa islamica italiana, ha sottolineato l’erroneità delle convinzioni dei genitori della ragazza, affermando: “È assolutamente falso che l’Islam vieti alle donne di studiare ed essere istruite. Lo stesso Maometto, profeta e fondatore dell’Islam, rivoluzionò la vita degli arabi dicendo che le donne dovevano studiare”. L’Imam ha evidenziato come il profeta stesso fosse un promotore dell’istruzione femminile, ribadendo che la negazione del diritto allo studio deriva da un’ignoranza dei principi religiosi.

 

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Filippo Limoncelli