Picchiato, vessato e rapinato per due anni da una baby gang. Prima piccoli maltrattamenti, poi un crescendo di aggressioni verbali e successivamente fisiche, atti persecutori continui, soprusi, culminati il giorno di Pasqua, il 9 aprile, in un pestaggio con rapina del cellulare, sotto la minaccia di una pistola tipo Glock, lungo una strada provinciale.
E’ l’escalation a cui è stato sottoposto per due anni un 17enne da parte di tre ‘amici’, uno oggi 19enne, gli altri due coetanei, che si conoscono da sempre e che vivono in piccoli centri vicini nella provincia di Pesaro Urbino. Fino al giorno di Pasqua quando il ragazzo è finito in ospedale per le lesioni riportate e il compagno della madre si è rivolto ai carabinieri di Colli al Metauro, che hanno avviato le indagini, coordinate dalla Procura di Pesaro, raccogliendo testimonianze (compresa quella di un altro ragazzo) ed altri elementi che hanno permesso di sgominare la baby gang, in verità cresciuta durante il periodo dei maltrattamenti.
Per due anni il 17enne non si è confidato con la famiglia, forse vittima di una sudditanza psicologica nei confronti degli aggressori o forse per la vergogna di non riuscire a gestire la situazione da solo. Ma una volta uscito dall’ospedale ha deciso di raccontare le angherie subite, a partire dal 2021.
I carabinieri hanno arrestato il 19enne, indagato per rapina aggravata dall’uso di armi, sequestro di persona aggravato, atti persecutori e lesioni personali aggravate, in concorso con gli altri due minorenni, che sono stati denunciati: uno ha partecipato alla rapina, l’altro ad alcuni episodi precedenti. Ragazzi all’apparenza normali, senza precedenti degni di nota, e cresciuti in contesti equilibrati e non disagiati.
Però a casa del 19enne sono state rinvenute e sequestrate due pistole modello Glock ad aria compressa di libera vendita (complete di munizionamento a pallini di piombo e bombolette di gas necessarie allo sparo), una delle quali utilizzata per la rapina, un passamontagna, e un pc risultato rubato ad aprile da una scuola elementare della zona. Il cellulare è stato invece ritrovato, distrutto, sul ciglio della strada dove è avvenuta la rapina. Non è ancora chiaro se ci siano state consegne di denaro o beni.
Per i carabinieri, che tengono decine di incontri nelle scuole del territorio, si tratta di una vicenda che va oltre i confini del bullismo, con reati pesanti. Un quadro che ha convinto anche il gip del Tribunale di Pesaro a disporre la misura cautelare più severa: la custodia in carcere per il maggiorenne. Che ora sarà sentito nell’interrogatorio di garanzia, previsto nei termini di legge. Per i due più giovani, invece, si sono aperte le procedure della giustizia minorile.
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