
Più web che tv, ma gli italiani si fidano ancora dei media tradizionali. Dilaga l’informazione online (foto Ansa-Blitzquotidiano)
Gli italiani preferiscono il web alla tv. Il 50% ormai si informa online. L’ultimo report dell’Agcom, cioè la fotografia curata dalla Autorità per le Garanzie nelle Comunicazioni, (una autorità amministrativa indipendente che dal 1997 ha il compito di assicurare la corretta concorrenza degli operatori sul mercato e di tutelare le libertà dei cittadini), questa autorità, si diceva, ha certificato che l’informazione è profondamente cambiata.
Gli italiani preferiscono Internet alla televisione. Il divario è netto: 52,4% contro il 46,5%. Perdono quota i giornali (17,2%) mentre la radio conferma il suo zoccolo duro (13,5%), anzi tende a crescere. Solo il 10% dei connazionali si informa esclusivamente col passaparola.
Sorpasso nell’era post pandemica
Tutto è cominciato nel 2023, dopo il Covid, virus accertato già nel 2019. E non è del tutto superato, come ammettono i microbiologi. Fatto sta che sono stati anni di inferno per le misure di isolamento. Ciò ha comportato un gran numero di conseguenze psicologiche sulle persone.

La pandemia di Covid-19 ha provocato una catastrofica perdita di posti di lavoro, tassi di disoccupazione senza precedenti, e gravi difficoltà economiche nelle famiglie sopratutto degli affittuari. Uno choc collettivo, milioni di morti in tutto il mondo, ben 15 milioni secondo i dati della OMS.
Tutto questo ha portato a un cambio di stili di vita, di abitudini, consumi. Uno stravolgimento che non poteva non interessare l’informazione. E così la tv non è più stata il principale mezzo di informazione per gli italiani: un connazionale su due utilizza la rete per informarsi.
È tutto ciò nonostante la fiducia nei mezzi di informazione tradizionali sia superiore. Certo il fattore generazionale riveste un ruolo fondamentale nel determinare le modalità di consumo della informazione. Tra i più giovani, ad esempio, è prevalente la propensione a usare un solo mezzo per informarsi e solitamente è Internet.
Mezzi online per informarsi
Il report della Agcom ha precisato che il 25,8% si affida ad app di radio, app di tv, app di giornali. Il 19,8% si affida ai social network, il 7,6% alle testate online. Solo il 6,6% si affida ad app di messaggistica.
Nel 20esimo rapporto Censis l’Istituito di ricerca socio-economica (fondato nel 1964 da Giuseppe De Rita) si nota che la radio cresce perché è “capace di rigenerarsi e di proporsi su piattaforme diverse”. In più è un polo informativo affidabile.
I Tg cambiano i palinsesti
Nel periodo 2019-2024 i palinsesti dei tg e dei programmi di approfondimento hanno dimostrato una grande elasticità di risposta agli eventi contingenti come la pandemia prima e l’invasione della Ucraina poi.
Soprattutto il cosiddetto “Effetto Coronavirus” ha aumentato le news, c’è stato il boom della informazione. E il web- la ragnatela intorno al mondo, sottorete Internet – ne ha approfittato ed ha sorpassato la tv.