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Polemica sul calendario dell’Esercito che celebra l’Italia “prima e dopo l’8 settembre 1943”. Anpi: “Riabilita il fascismo”

“L’Anpi chiede che venga ritirato il calendario dell’Esercito 2024, anche se ormai purtroppo è già in circolazione”. Lo dice all’ANSA il presidente dell’associazione dei partigiani, Gianfranco Pagliarulo. “Prendiamo atto – aggiunge – che c’è una minoranza filofascista che vuole riscrivere la storia d’Italia”.

Le polemiche e la critica dell’Anpi

“È inaccettabile – evidenzia Pagliarulo -. Si tratta di un atto che nasconde una doppia operazione politica. Da una parte si vuole rappresentare una continuità istituzionale quando invece c’è stata una rottura radicale tra il regime fascista e la repubblica antifascista. Ovviamente nessuno dimentica i soldati, anzi. Nessuno dimentica che sono stati mandati allo sbaraglio anche l’8 settembre quando il Re è andato a Brindisi. Una cosa però sono i soldati e una cosa è l’istituzione dell’Esercito. Non dobbiamo dimenticare i generali criminali di guerra mai processati, o se processati, mai condannati o se condannati mai andati in galera. Da un altro lato si mette sullo stesso piano il nuovo esercito italiano con l’esercito di Salò”. 

Preoccupazione condivisa anche da Marco Grimaldi, vicecapogruppo alla Camera di Alleanza Verdi e Sinistra, che annuncia una interrogazione parlamentare. Il riferimento al “prima e al dopo” si pone “nel solco della riabilitazione dei ragazzi di Salò e dell’amnesia sulle responsabilità italianissime del fascismo”. Il timore? Che venga “riabilitato un periodo tremendo per la storia italiana come quello del fascismo”. 

La Difesa: “Nessun revisionismo”

Fonti della Difesa, però, smentiscono categoricamente questa interpretazione: “Tutti i militari graduati ricordati in ogni mese del calendario sono infatti passati da una medaglia minore durante la Seconda guerra mondiale a una medaglia d’oro al Valore militare durante la lotta di Resistenza nella fila del Regio esercito o di brigate partigiane. Non si vuole dunque equiparare sia le gesta di chi combattè solo sotto il fascismo sia chi vi si oppose, equiparandoli, ma l’esatto contrario: il “prima e dopo” narra di soldati semplici e graduati che scelsero le fila della Lotta di Liberazione a sprezzo di vita e rischi con una continuità encomiabile”.

Ma cosa c’è scritto nel calendario dell’Esercito?

“Per l’Italia sempre… prima e dopo l’8 settembre 1943”. Questo il claim che accompagna il calendario dell’Esercito 2024. Trentadue pagine in ricordo dei soldati che presero parte alla Seconda Guerra Mondiale ‘onorando il giuramento prestato’, come scrive il capo di Stato Maggiore, Pietro Serino, nella sua introduzione al volume. “Attraverso la rievocazione di quei tragici eventi, si è voluto rendere omaggio agli uomini che a quei fatti parteciparono con l’assoluta consapevolezza di servire la Patria – evidenzia il generale -, sia prima sia dopo l’8 settembre 1943. Vi abbiamo voluto raccontare un prima e un dopo: gli stessi uomini, gli stessi Eroi”.

Presentato ufficialmente lo scorso ottobre a Roma – alla presenza anche della sottosegretaria alla Difesa, Isabella Rauti -, e successivamente in quasi tutte le regioni d’Italia, il calendario dell’Esercito, alla sua 27/ma edizione, rende omaggio ad alcuni dei militari, ufficiali, sottoufficiali e soldati, insigniti della medaglia d’oro al valor militare “per atti eroici compiuti dopo l’armistizio e che si sono particolarmente distinti anche nel periodo precedente”, come si legge nell’abstract pubblicato sul sito dell’Esercito. ;”Rievocare e raccontare gli episodi che hanno segnato la storia della nostra Repubblica, vuol dire onorare chi ha combattuto per la Patria; significa ricostruire e tramandare la memoria. E significa anche ricordare la grande sensibilità che l’Esercito italiano dimostra ogni giorno nel mantenere vivo questo patrimonio ideale condiviso. Essere consapevoli della nostra storia, come memoria attiva, è indispensabile per comprendere il presente, per disegnare il futuro e per interpretare al meglio il momento che stiamo vivendo”.

Nel volume si raccontano storie e carriere di dodici militari, uno per ogni mese, e delle loro imprese prima e dopo l’armistizio del 1943. Ricordati anche quattro allievi definiti “troppo giovani per combattere prima, comunque educati all’amore di Patria”. A fare da sfondo alle loro foto una bandiera tricolore e i riconoscimenti militari. Pubblicato da Giunti Editore, il calendario è in vendita sia in libreria che online. 

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Filippo Limoncelli

Romano, papà e giornalista. Scrivere di calcio è stata la mia vera e prima passione. Parallelamente, le mie altre grandi passioni, sono la musica e viaggiare. Tuttavia, credo fermamente che la pigrizia abbia il suo valore.

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