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La polemica a Genova contro i tre nuovi gusti di gelato per celebrare la Festa della donna

Il Comune di Genova ha trovato un modo insolito per celebrare la Giornata Internazionale della Donna dell’8 marzo: offrire un gustoso gelato rosa alle donne della città. Quest’iniziativa insolita ha attirato l’attenzione, soprattutto perché si discosta dalle proposte tradizionali di promozione della parità di genere, come l’introduzione dell’educazione sessuale nelle scuole o misure a sostegno della genitorialità. Realizzato in collaborazione con gli artigiani gelatieri locali, il gelato rosa è stato concepito per evidenziare l’unicità di ogni donna. Tuttavia, nonostante l’apparente intento di promuovere la riflessione sulle pari opportunità, il gelato sarà venduto a prezzo pieno per tutti, senza alcun ricavato devoluto ad associazioni o centri antiviolenza.

Le alternative offerte includono gusti come frutti di bosco e pan di spagna, mirtilli, spumante e frutto della passione, nonché agrumi, the rosso e ibisco. Tuttavia, questa iniziativa non ha convinto le realtà femministe come Non una di meno o No Justice No Peace Italy, che hanno criticato ironicamente la mancanza di sostegno a questioni cruciali come la parità salariale e l’autodeterminazione sul proprio corpo. Nonostante recenti investimenti della Regione e del Comune per supportare centri antiviolenza e progetti di inserimento per donne vittime di violenza, l’indignazione per la svolta dolciaria rimane alta. Alcune attiviste hanno ribadito che gesti semplici come mangiare un gelato possono riportare ricordi dolorosi di molestie e discriminazioni subite nel corso della vita.

In conclusione, sebbene l’iniziativa del Comune di Genova abbia suscitato interesse, è stata anche oggetto di critica da parte di alcuni settori femministi, che hanno evidenziato la necessità di affrontare questioni più urgenti legate alla parità di genere anziché concentrarsi su gesti simbolici.

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