Per tre passeggiate vestito da donna nell’autunno del 2005 un poliziotto di Venezia era stato sospeso e quindi destituito, a causa di una condotta considerata “riprovevole. Che denota mancanza del senso dell’onore e della morale”. Ora il Tar del Veneto, come riporta il Gazzettino, con una sentenza depositata ieri ha sancito che la persona transgender, oggi sessantenne, ha diritto di ricevere gli arretrati non percepiti in conseguenza del provvedimento disciplinare.
Il verdetto del giudici amministrativi regionali riassume il travaglio personale e professionale vissuto dall’allora agente, che diceva di non essere “gay né transessuale” ma semplicemente di amare gli abiti femminili al punto da indossarli fuori dall’orario di lavoro. Dopo l’istruttoria condotta dalla Questura nel 2006 era però scattata la sospensione e la decadenza, successivamente annullate dai giudici.
L’agente era stato successivamente riammesso al lavoro, ma con un temporaneo collocamento in aspettativa speciale. Fino alla conclusione della procedura di passaggio nei ruoli del personale civile. Ha perciò chiesto gli emolumenti non percepiti a partire dalla sua destituzione. Ma in un primo tempo la sua domanda era stata respinta dal dicastero. Ora il Tar ha ribaltato la decisione concedendo gli arretrati.
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