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Pomigliano d’Arco: picchiato a morte Frederick, il clochard che tutti conoscevano

Un clochard è stato picchiato a morte a Pomigliano D’Arco, forse da due giovani. L’uomo ha camminato per qualche metro fino ad accasciarsi all’interno di una corte condominiale, il luogo in cui è stato soccorso ancora in vita. E’ stato subito portato al pronto soccorso all’ospedale di Nola ed è morto poco dopo. I Carabinieri stanno ora ricostruendo i momenti immediatamente antecedenti al suo pestaggio per capire un eventuale movente.

L’uomo sarebbe stato picchiato da due persone nei pressi di un supermercato in via Principe di Piemonte. Sarebbe dato che manca ancora la conferma definitiva: le indagini sono in corso. La vittima non è stata ancora identificata, ma i cittadini pensano che si tratti di Frederick, un clochard che era solito passare la notte riparandosi nei pressi del supermercato. Qui, di giorno chiedeva l’elemosina e aiutava i clienti a portare la spesa. “Era sempre gentile – ricordano su Facebook molti utenti – non faceva male a nessuno e ringraziava mille volte se gli portavano qualcosa. È uno schifo. A cosa siamo arrivati?”.

Clochard picchiato a morte a Pomigliano d’Arco: il comune pagherà i funerali

Il Comune di Pomigliano d’Arco (siamo in provincia di Napoli), si farà intanto carico dei funerali dell’uomo. Lo ha annunciato il sindaco Lello Russo, sottolineando che la città è sempre stata “accogliente e generosa verso tutti”. “Ci sono ancora lati oscuri che aspettiamo di conoscere dalle indagini” ha detto Russo. Che ha aggiunto: “Sappiamo, da quello che dice la gente che lo conosceva, che era una brava persona, che viveva di elemosina e dormiva nel parco. L’amministrazione comunale, intanto, si farà carico dei funerali proprio per dare un segnale alla cittadinanza. Ma faccio il sindaco da tanti anni, e Pomigliano è una città accogliente e generosa, ha sempre risposto positivamente a quelle che erano le richieste delle persone più sfortunate”. 

Clochard picchiato a morte, fiori e ceri sulla sua panchina

Frederich era amato dai residenti della zona. I cittadini stanno lasciando fiori, qualche cero e biglietti sulla panchina antistante il supermercato dove chiedeva l’elemosina. “Sei libero da tutto – scrive un cittadino – vola felice con gli angeli”.

“Aveva il vizio di bere”, racconta una donna “ma non faceva male a nessuno. Ricordava i nomi, e augurava a tutti una buona giornata, che gli dessero qualcosa o meno”. Anche i dipendenti del supermercato conoscevano Frederich: “Stava sempre con noi. Mangiava qualcosa, ci chiamava amici, my friend, ci mancherà”.

Qualche residente racconta che l’uomo era solito augurare “buona scuola” ai bambini della zona che lo incrociavano. Una donna afferma: “Non è possibile arrivare a tanto. Come si può essere così cattivi. Picchiare senza un motivo una persona così gentile. Ci vergogniamo, che il Signore ci perdoni”. 

Frederich era già stato aggredito in passato

Frederich sarebbe già stato percosso in passato. “Sabato, come ogni volta che andavo a fare la spesa li, gli ho comprato il solito panino col prosciutto cotto e la pepsi e come sempre ringraziava”, ha raccontato una cittadina di Pomigliano al deputato dell’alleanza Verdi-Sinistra Francesco Emilio Borrelli. Che aggiunge: “A quei maledetti auguro una vita di sofferenze… Anche se probabilmente i giudici faranno come la volta scorsa quando picchiarono Federick e lui ebbe i punti in testa. Furono subito rilasciati. Sono dei minorenni delle palazzine 219, forse i soliti che a quanto pare continuano indisturbati a compiere gesti criminali… Maledetti”.

Anche in una lettera sistemata sulla panchina dove era solito stare il senzatetto, diventata una sorta di altarino, c’è una testimonianza analoga, anonima. “E’ successo già altre volte – è scritto nella lettera – e nessuno di noi ha mai fatto qualcosa perché non arrivasse il peggio. Purtroppo il peggio è arrivato. Perdonaci se puoi”.

Forse dovresti anche sapere che…

Lorenzo Briotti

Sono nato a Roma nel 1974 e sono giornalista professionista. Le mie grandi passioni sono la musica rock degli anni 60 e 70 e la radio a cui ho dedicato anche un libro. A Blitz sono arrivato due mesi dopo l’apertura e per diversi anni mi sono occupato di multimedia. Credo fermamente che l’intelligenza artificiale e il social di turno non riuscirà mai a distruggere la nostra splendida professione.

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