Sospesa per 20 giorni da scuola per aver fatto realizzare ai suoi piccoli alunni un rosario con 10 perline a forma di braccialetto e aver recitato insieme a loro un’Ave Maria e il Padre Nostro. Accade alla scuola primaria San Vero Milis di Oristano, dove insegna la maestra Marisa Francescangeli, di 58 anni.
I fatti sono avvenuti in una classe terza durante una sostituzione di un collega, nell’ultimo giorno di scuola prima delle festività natalizie del 2022. “Per me è stato uno choc – confessa la maestra – nella mia carriera non ho mai avuto problemi”.
Un percorso lavorativo iniziato a metà degli anni ’80 con le prime supplenze in provincia di Nuoro, poi la vittoria del concorso per insegnare nelle scuole primaria e infanzia.
“Avevo i figli piccoli e non volevo spostarmi, così ho iniziato come assistente amministrativa ma il mio desiderio era di fare la maestra, quindi ho ripreso come supplente a Cagliari dove ho passato 5 anni. Poi, visto che mio marito è dell’Oristanese, ho accettato la cattedra qui a San Vero Milis, dove sono passata di ruolo da tre anni e tra due anni spero di andare in pensione”, racconta l’insegnante che è anche consigliera provinciale dell’Associazione italiana maestri cattolici.
Ora però il suo curriculum viene macchiato da un provvedimento del dirigente scolastico e dell’ufficio scolastico provinciale, dopo che due genitori si erano lamentati con la scuola per il braccialetto-rosario e le preghiere recitate in classe prima di Natale.
Il provvedimento è stato piuttosto duro: venti giorni di stop dal 27 marzo sino al 15 aprile e una riduzione dello stipendio. “C’era stata una riunione con tutti i genitori e ho chiesto scusa. Pensavo fosse finita lì, ma poi due sabati fa, mentre uscivo da scuola, mi hanno consegnato a mano la lettera raccomandata e sono rimasta senza parole. Non ha avuto il coraggio di aprirla subito, sono tornata a casa e l’ho aperta solo alle 22: sono rimasta scioccata”.
“Per me è una gioia andare a scuola e non penso di aver fatto nulla di male, oltretutto tutti i bambini seguono le lezioni di religione e si stanno preparando per la prima comunione – spiega trattenendo a stento le lacrime – Per me è una gioia andare a scuola. Mi mancano i bambini”.
Il caso è seguito dall’avvocata della Uil Elisabetta Mameli che presenterà ricorso contro il provvedimento. Nel frattempo, la vicenda è finita sul tavolo del ministro dell’Istruzione e del Merito, Giuseppe Valditara, con interrogazioni e dichiarazioni di vari parlamentari di centrodestra in cui si denunciano “l’intolleranza verso la religione cattolica” e “l’integralismo laico”.
Marisa Francescangeli si sente vittima di una ingiustizia. Ma non è sola. “In molti – conferma – tra colleghi e genitori dei bambini della scuola sono rimasti a bocca aperta, mi hanno chiamato e mi stanno sostenendo. Adesso, però, penso solo al 16 aprile, quando potrò riabbracciare i miei alunni”.
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