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Prende il reddito di cittadinanza e gestisce una casa del sesso (frequentata anche da un prete)

Una tipica storia italiana: un prete che frequenta una, chiamiamola così, casa del sesso gestita da un percettore del Reddito di cittadinanza. Un po’ di evasione, un po’ di sesso, un po’ di abusi, un po’ di ipocrisia, un po’ di religione. Insomma: gli ingredienti ci sono tutti. Ma andiamo con ordine.

La casa del sesso, il prete e il reddito di cittadinanza

I dettagli sono emersi durante le indagini a Napoli su una casa di appuntamenti, un B&B gestito da un 61enne. Il 61enne era anche uno dei percettori del morente Reddito di cittadinanza. E tra i clienti della casa di appuntamenti poteva mancare un prete? Ovviamente no. 

Il prete – che sembra che scegliesse tra vari ragazzi dell’est o africani – è ora indagato per i reati di abusi sessuali su minori, induzione alla prostituzione minorile e possesso di materiale pedopornografico.

Racconta Caserta News:

“L’esistenza della struttura, infatti, sarebbe emersa proprio nel corso del processo a carico dell’ex prete – che si sta celebrando dinanzi alla Prima Sezione del tribunale di Santa Maria Capua Vetere – per il quale la Procura ha invocato 8 anni e 6 mesi di reclusione per i reati di abusi sessuali su minori, induzione alla prostituzione minorile e possesso di materiale pedopornografico. I carabinieri, sentiti in dibattimento, avevano evidenziato di aver passato al setaccio già nel 2020 le abitudini sessuali ed i ‘vizietti’ dell’ex parroco che avrebbe prediletto ragazzi stranieri dell’Europa dell’Est o africani con i quali consumava rapporti sessuali di natura omosessuale”.

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