Decriminalizzare il sex work, al via la raccolta firme per una proposta di legge sulla prostituzione. A presentare l’iniziativa sono i Radicali che da oggi iniziano la raccolta firme per il referendum. Il partito guidato da Riccardo Magi chiedono “una piena decriminalizzazione del sex work” puntando nello specifico a rimuovere “tutti i divieti, le sanzioni e gli ostacoli normativi che si abbattono su un’intera categoria di persone”.
Prostituzione, al via raccolta firme per referendum dei Radicali che punta a “decriminalizzare il sex work”
Lo scorso giugno, i Radicali hanno depositato in Corte di Cassazione una proposta di legge insieme al altri referendum. Per quanto riguarda il sex work, nella proposta di legge si punta a tutelare i sex worker facendo considerare il loro lavoro come un’occupazione a tutti gli effetti. In questo modo si vuole anche “mettere le mani” sul fatturato miliardario che si registra ogni anno.
In contrasto alla proposta di legge dei Radicali ce n’è un’altra depositata lo scorso gennaio alla Camera dal deputato di Fratelli d’Italia Edmondo Cirielli che propone l’incarcerazione per i clienti di prostitute e sex worker che si appartano in automobile. I Radicali obiettano a Cirielli che l’unico risultato di questa legge sarebbe quello di rendere le condizioni di lavoro dei sex worker meno sicure.
100 mila sex worker in Italia
Il lavoro nel sex work, si stima, comprende all’incirca 100mila persone in Italia, di cui la maggioranza sono donne. Il 15% è formato da persone transgender e solo il 5% da uomini. Il giro d’affari generato dal sex work, stimando i circa 3 milioni di clienti all’anno, si aggira attorno ai 3 miliardi di euro.
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