Psicofarmaci utilizzati per sballarsi, ovvero non per curare una patologia ma come nuova forma di svago. E’ la moda che sta dilagando tra gli adolescenti, già a partire dai 13-14 anni, e che gli psichiatri segnalano con preoccupazione. Ben un teenager su dieci, avvertono, usa questi medicinali a scopo ‘ricreativo’, andando incontro a seri rischi per la salute. L’allerta arriva dagli esperti riuniti per il XXIV Congresso nazionale della Società Italiana di Neuro-Psico-Farmacologia (Sinpf), apertosi a Milano e Venezia.
Psicofarmaci nuovo sballo per un giovane su 10
Le cure farmacologiche nel campo della salute mentale, anche dei bambini e degli adolescenti, sono fondamentali ma diverso, avvertono gli psichiatri, è il problema dell’uso di psicofarmaci sottratti e utilizzati senza alcun controllo, per uso ricreativo: un nuovo modo di superare i limiti ma che può mettere a rischio la vita. Un fenomeno in crescita costante, tra il 15 e il 20% negli ultimi 5 anni, grazie anche alla loro facilità di reperimento.
Secondo uno studio del Cnr, infatti, questi farmaci sono troppo spesso disponibili in casa (42%), acquistati facilmente su Internet (28%), recuperati per strada (22%), sfuggendo così al controllo di adulti e medici. Aumenta così la dipendenza tra i più giovani, spesso associata anche agli effetti collaterali di altre sostanze psicoattive come tabacco, energy drink, benzodiazepine e stupefacenti, con lo sviluppo di comportamenti pericolosi. Questi psicofarmaci, afferma Matteo Balestrieri, Ordinario di Psichiatria all’Università di Udine e co-presidente Sinpf, “rappresentano per molti un’ancora di rassicurazione per aumentare le performance scolastiche e i livelli di attenzione, per migliorare l’aspetto fisico quando combinati a farmaci dietetici, per potenziare i livelli di autostima, per sentirsi in forma, migliorando sonno e umore, e molti giovani sono dunque spinti ad assumerli sfuggendo al controllo in famiglia”.
Detto questo, prosegue Claudio Mencacci, direttore emerito di psichiatria all’ospedale Fatebenefratelli di Milano e co-presidente Sinpf, “gli psicofarmaci, insieme ad un percorso terapeutico a 360 gradi, sono fondamentali per curare le malattie mentali anche nei giovani e nei e non bisogna averne paura. Molte patologie curate per tempo nei giovani, garantiscono loro un futuro. Se invece queste cure vengono usate con modalità e intenzioni diverse non aiutano e soprattutto possono avere ripercussioni negative”. Da qui la necessità di avviare campagne di sensibilizzazione sul fenomeno ed i rischi associati alla possibile dipendenza da abuso di psicofarmaci, tanto più grave se fuori controllo medico, e di azioni educazionali che ne favoriscano il contrasto anche con il coinvolgimento della scuola e della classe medica.
Farmaci per dormire i “preferiti”
La tipologia di psicofarmaci maggiormente utilizzata nel corso dell’ultimo anno, secondo i dati del Cnr, è quella dei farmaci per dormire (5%). Seguono quelli per l’umore e le diete (1,7% per entrambe le tipologie) e quelli per l’attenzione (1,2%). Le studentesse utilizzano in percentuale maggiore tutte le tipologie di psicofarmaci analizzate. Inoltre, il 18% degli studenti ha utilizzato almeno una sostanza psicoattiva illegale nel corso del 2021; il 2,8% ne ha fatto un uso frequente e quasi il 10% degli studenti è un ‘poliutilizzatore’, abusando di almeno due sostanze negli ultimi 12 mesi.
La sostanza illegale più diffusa è la cannabis, seguita dalle cosìddette New Psychoactive Substances, sostanze sintetiche che mimano gli effetti di altre sostanze più note. Dagli psichiatri, infine, 5 consigli per contrastare l’abuso: no al ‘fai da te’ e rivolgersi sempre al medico; non sottovalutare le ricadute collaterali; tenere gli psicofarmaci fuori dalla portata di chiunque possa fare un cattivo uso; avviare campagne di sensibilizzazione; in caso di disturbi come ansia, depressione, disturbi dell’umore, seguire sempre le indicazioni dello specialista.
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