foto archivio ANSA
Una ragazza di 24 anni, di origine egiziana, ha vissuto un inferno dopo aver rifiutato un matrimonio combinato dalla sua famiglia. Soggetta a violenze fisiche e minacce di morte con forbici e acqua bollente, la ragazza ha vissuto un incubo per aver opposto resistenza alla decisione dei genitori. Il tragico episodio è avvenuto a Milano, dove la madre cinquantenne ha inflitto torture fisiche alla figlia, nata in Italia e cresciuta nel rispetto delle tradizioni del suo Paese, inclusa l’usanza di indossare il velo in pubblico. La giovane, rimasta in Italia per continuare gli studi e laurearsi, ha trovato lavoro come scrutatrice ai seggi elettorali per sostenersi economicamente. La sua vita apparentemente normale è stata sconvolta quando ha rifiutato di accettare un matrimonio imposto dalla famiglia. La madre, infuriata dal suo rifiuto, è tornata da Milano dall’Egitto per costringerla ad accettare il matrimonio, minacciandola di morte e infliggendole violenze fisiche, comprese ferite con forbici e acqua bollente. La giovane ha testimoniato in tribunale che è stata anche indotta a credere di essere sotto inchiesta per terrorismo.
Attualmente, la madre è sotto processo a Milano per maltrattamenti aggravati, lesioni e tentata costrizione al matrimonio, con disposizioni di allontanamento dalla casa della figlia e divieto di avvicinamento.
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