Un decotto psichedelico a base di ayahuasca, composto da diverse piante amazzoniche, potrebbe essere stato la causa della tragica morte di un giovane di 25 anni di Marcon (Venezia). Scomparso il 30 giugno, il suo corpo è stato ritrovato due giorni dopo su un isolotto a Ciano del Montello (Treviso). La procura di Treviso ha avviato accertamenti per stabilire se la morte del giovane sia connessa all’uso di ayahuasca, una sostanza classificata dal Ministero della Salute come stupefacente e psicotropa. L’autopsia, prevista per domani, sarà condotta dall’anatomopatologo Alberto Furlanetto, che inizialmente aveva ipotizzato l’annegamento come causa del decesso.
Il ragazzo aveva partecipato a una festa new age su invito, organizzata da una coppia di musicisti all’abbazia Santa Bona di Vidor (Treviso). Il raduno era centrato sulle tradizioni sciamaniche dell’Amazzonia e prevedeva il consumo di ayahuasca, una pianta ritenuta curativa e nota per i suoi effetti allucinogeni. Testimonianze di alcuni partecipanti indicano che il 25enne avrebbe consumato la sostanza.
Secondo le indagini, Marangon avrebbe fatto un bagno nel fiume Piave nel pomeriggio e lo avrebbe ripetuto di notte dopo aver assunto un altro decotto psichedelico. Dopo questo secondo bagno, nessuno lo ha più visto. La sua scomparsa è stata denunciata la mattina seguente, innescando le ricerche che hanno portato al tragico ritrovamento del suo corpo. Le autorità continuano a investigare le circostanze della morte per determinare il ruolo dell’ayahuasca e chiarire i dettagli della vicenda. L’esito dell’autopsia sarà cruciale per comprendere meglio le cause di questa tragedia, che ha scosso profondamente la comunità locale.
L’uso della ayahuasca è molto comune soprattutto in due culti di origine sudamericana, il Santo Daime e l’Uniao do Vegetal, che mettono insieme credenze religiose delle civiltà pre-colombiane e il cristianesimo. Il Santo Daime, conosciuto nel nostro Paese con il nome di “Culto Eclettico della Fluente Luce Universale”, conterebbe alcuni gruppi attivi anche nel Nordest. In Italia l’ayahuasca è considerata a tutti gli effetti una droga illegale dopo una sentenza del 2023 del Tar del Lazio.