Arriva una stretta sui tempi e sugli importi della nuova misura contro la povertà. La Garanzia per l’inclusione (Gil), che prenderà in gran parte il posto del Reddito di Cittadinanza, prevede al momento – nella bozza in circolazione sulla quale sono ancora in corso modifiche – una riduzione dei meccanismi che consentono aumentare l’importo base.
Dalla cosiddetta scala di equivalenza, che fissa le quote da aggiungere per ciascun componente della famiglia, scompaiono gli adulti a carico oltre il primo che non siano anziani, disabili o con un ‘carico di cura’.
Il nuovo strumento, che sarà introdotto dal 2024, riguarda le le famiglie nelle quali c’è almeno un componente minore, disabile o anziano (per le altre arriva la Gal, ovvero la Garanzia per l’attivazione lavorativa). E sarà quindi più difficile raggiungere la soglia massima di importo.
In pratica se il primo componente vale uno, con un limite di 500 euro di assegno al mese nel caso di redditi nulli, gli altri componenti adulti che ora valgono lo 0,4 aggiuntivo fino a un massimo di 2,1 (2,2 se ci sono disabili) non varranno nulla a meno che non rientrino nelle categorie meritevoli di tutela.
Una limatura riguarda anche i figli minori. La quota aggiuntiva invece che allo 0,2 attuale scende nelle ipotesi contenute nella bozza allo 0,15 per quelli con meno di due anni. E allo 0,10 per quelli con più di due anni.
Le regole prevedono che l’importo della Gil sia fissato ad un massimo di 500 euro al mese. Da moltiplicare per la scala di equivalenza che non può superare 2,2 (2,3 se ci sono disabili).
In pratica il 2,2 si raggiunge solo in caso di altri tre adulti oltre il primo anziani, disabili o con carico di cura o se oltre il primo adulto ci sono due adulti meritevoli di tutela e quattro minori con più di due anni.
Il beneficio economico decorre dal mese successivo a quello di sottoscrizione, da parte del richiedente, del patto di attivazione digitale. Il nucleo familiare viene inviato al servizio sociale del comune di residenza per l’analisi e la presa in carico dei componenti con bisogni complessi.
La convocazione per il primo appuntamento presso i servizi sociali va fatto entro centoventi giorni dalla sottoscrizione del patto di attivazione digitale.
E, in mancanza, “il beneficio economico è sospeso”. Il sussidio erogato attraverso la Carta di inclusione dura 18 mesi e può essere richiesto di nuovo per 12 mesi dopo la sospensione di un mese. Può essere poi rinnovato ancora.
I cittadini che ottengono la Gil sono obbligati ad accettare un’offerta di lavoro se il contratto supera un mese e nel caso di tempo parziale non sia inferiore al 60% del normale tempo di lavoro.
Per i nuclei nei quali non ci sono componenti minori, anziani o disabili arriva la Gal, ovvero la Garanzia per l’inclusione attiva. Il sussidio dura al massimo 12 mesi e non può essere rinnovato.
L’importo massimo per le situazioni di povertà assoluta di famiglie con componenti tra i 18 e i 59 anni è fissato a 350 euro per il primo componente e a 175 euro per il secondo per un totale in caso di assenza di reddito di 525 euro al mese. Non sono previste aggiunte per gli ulteriori componenti e non c’è possibilità di rinnovo.
L’Isee in corso di validità, inoltre, non deve superare i 6mila euro annui. Il beneficiario della Gal, una volta sottoscritto il patto di attivazione digitale, è tenuto ad aderire ad un percorso personalizzato di inserimento lavorativo, mediante la sottoscrizione di un patto di servizio personalizzato.
Tra agosto 2023 e la fine del 2023 è prevista poi un’altra misura, un beneficio denominato Pal (Prestazione di accompagnamento al lavoro). E’ finalizzato ai cosiddetti occupabili. Cioè i percettori dell’attuale reddito che non hanno in famiglia minori, anziani o disabili. Vale 350 euro mensili.
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