Liberiamo ristoranti e ristoratori dalle recensioni inutili e dannose e torniamo a focalizzarci sul cibo. Ricominciamo ad affidarci alle riviste o ai siti di settore per acculturarci sul tema o più semplicemente orientarci nella scelta di un ristorante. Poi c’è l’alternativa primordiale che molti hanno dimenticato: un ristorante si testa e qualora non dovesse rientrare nei propri gusti, non c’è bisogno necessariamente di distruggerlo via social o attraverso i siti di recensioni. Non ci si torna. E’ molto grave accettare questa possibilità? Facciamo leva anche sul passaparola, ascoltando chi i ristoranti li frequenta e abbiamo la certezza di questo piccolo grande dettaglio.
Se consideriamo un piatto difettoso di qualcosa che ne pregiudichi il prezzo, possiamo comunicarlo direttamente al ristoratore, che potrà decidere se eventualmente applicare uno sconto. Non è una regola, ma può accadere e non così di rado. Anche i camerieri possono essere dei preziosi alleati e la loro figura andrebbe nuovamente valorizzata ed esaltata, così come accade ancora in ristoranti storici come A Santa Lucia a Milano o Nino a Roma. “Io chiedo se tutto è andato bene alla cassa. Ottengo una risposta positiva. Poi c’è il cliente che aspetta di uscire fuori per fare subito la recensione”, ci spiega una ristoratrice di un noto ristorante romano. E sorpresa: ne soffre. Eh già, i ristoratori hanno anche dei sentimenti. E quando questo non accade (non abbiamo la presunzione di considerarli tutti santi), potrebbe essere l’eccezione che conferma la regola e non la parte per il tutto.