Sono 198mila i percettori di Reddito di cittadinanza che nell’ambito del programma Garanzia di occupabilità dei lavoratori (Gol) sono stati instradati con formazione obbligatoria verso i percorsi di inserimento lavorativo e di aggiornamento o riqualificazione delle competenze.
Si tratta di circa due terzi del totale dei percettori convocati e che hanno aderito al programma Gol. Sono oltre 47mila, invece, i fruitori del Reddito per cui è stata individuata e concordata un’attività formativa da svolgere.
Lo rende noto il ministero del Lavoro e delle Politiche sociali, fornendo un primo bilancio sui corsi di formazione: la legge di Bilancio per il 2023 prevede per i beneficiari del Reddito il coinvolgimento obbligatorio in iniziative di aggiornamento o di riqualificazione formative.
Queste ultime, sottolinea il ministero, “cresceranno rapidamente grazie ad una spinta che il governo ha voluto dare alla previsione della legge 4 del 2019”, che ha istituito il Reddito di cittadinanza.
“Oltre 161mila beneficiari, cioè l’81%, infatti, potranno iniziare l’attività formativa nelle prossime settimane perché sono stati aggiudicati, o sono in via di aggiudicazione, gli avvisi per l’attività di formazione che le Regioni hanno pubblicato a valere sulle risorse di Gol”.
“Finalmente, strano ma vero, nel Governo c’è qualcuno che dice la verità sul reddito di cittadinanza. Oggi in un’intervista a un quotidiano la ministra del Lavoro, Marina Calderone, ammette che la formazione per i percettori della misura, già prevista dalle legge del 2019, non è partita per il ritardo nel potenziamento dei centri per l’impiego.
Ritardo di cui, per la maggior parte dei casi, sono responsabili FdI, Lega e FI. A ottobre scorso, come recentemente rivelato dalla stessa ministra, nei centri per l’impiego sono stati inseriti appena 4 mila nuovi addetti degli 11.600 che le stesse Regioni avrebbero dovuto assumere entro il 2021.
Arrivati a questo punto, ci chiediamo cosa intenda fare Calderone. Al momento non ci risultano azioni concrete, se non la scellerata decisione di togliere il sussidio a oltre 600 mila persone a partire dal primo agosto”. Lo affermano in una nota i parlamentari del M5S delle commissioni Lavoro di Camera e Senato.
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