Teschi e ossa a Roma, cosa c’è nel sottosuolo della Capitale? Martedì un teschio e delle ossa sono state trovate a tre metri di profondità in via Isonzo. A trovare i resti alcuni operai che stavano lavorando alle tubature. Delle ossa e del teschio di via Isonzo per ora nulla si sa. Neanche a che periodo risalgano. Per ora bisogna aspettare le analisi.
Qualche giorno prima, un altro teschio e altre ossa erano state trovate in un’altra zona di Roma, nel bosco della Marcigliana, in via della Bufalotta. Per i resti di via della Bufalotta, a differenza di via Isonzo, una pista c’è: secondo il Messaggero si potrebbe trattare delle ossa di qualche senzatetto o tossicodipendente. Le ossa sarebbero state poi trascinate in giro dai cinghiali che popolano la zona. A un ottantina di metri infatti c’è un accampamento in cui si rifugiano senzatetto, tossicodipendenti e stranieri.
Una delle prime ipotesi degli inquirenti quindi è che i resti possano appartenere a un clochard o a un tossicodipendente e che possano essere stati trascinati nel terreno da branchi di cinghiali che li hanno prelevati altrove, per poi sbranarli. Il terreno, confinante con una rampa di accesso al Raccordo anulare, inoltre, è accessibile anche da chi voglia accedervi senza farsi notare dalla strada. E questa è un’altra circostanza al vaglio degli investigatori.