Cancellate sei rotte Ryanair da Venezia per l’inverno 2023. Il taglio riguarda i voli dall’aeroporto Marco Polo per Alghero, Colonia, Bournemouth, Helsinki, Norimberga e Fuerteventura. Atre sei tratte verranno ridotte. A pesare sulla decisione della compagnia low cost irlandese è stato l’aumento delle tasse per ogni passeggero in partenza, deliberato dal comune.
Il sindaco di Venezia Luigi Brugnaro, però, non fa drammi, anche per la conseguente rimozione di un aeromobile con base a Tessera. “Abbiamo un aeroporto contingentato – spiega all’Ansa – e so di tante compagnie che vogliono ancora venire a Venezia, penso agli asiatici, e qualche slot magari ce lo lasciano libero per qualcun altro”.
Tutto nasce, per Ryanair, dalla decisione del comune di applicare, si afferma, “un eccessivo e sconsiderato aumento delle tasse” pari al 38% (2,50 euro) per ogni uomo, donna e bambino in partenza dall’aeroporto Marco Polo a partire dal 30 maggio scorso.
Nel sottolineare come ciascuna compagnia abbia le proprie politiche commerciali, il sindaco della città lagunare spiega di essere “per la libertà”. “Immagino che siano bravi – aggiunge – e sapranno quello che stanno facendo. Noi gestiremo bene la città e daremo migliori servizi ad altri, così da non avere la pressione di una sola compagnia”.
L’addio di Ryanair, dunque, non pesa più di tanto. “Sono avvicendamenti che succedono – rileva – Come uno chiude, un altro apre. Il mondo è fatto così”.
La compagnia irlandese già di primo mattino aveva preannunciato venti di guerra, con l’intenzione di rimodulare il proprio impegno in laguna a causa dell’addizionale, “che comporta un aumento delle tasse”. Per il vettore low cost, la decisione dell’amministrazione comunale di aumentare i costi “soffoca la connettività e la crescita e ha un impatto negativo sui veneziani e sull’industria turistica in ripresa”.
Una posizione già ventilata nel mese di gennaio, quando Ryanair aveva fatto sapere che la crescita degli investimenti e il mantenimento delle rotte da Venezia sarebbero stati subordinati alla decisione del Comune di mantenere o meno l’addizionale, che rendeva la laguna “una delle città più costose e meno competitive”.
Di traverso alla nuova tassa si era messa anche Save, la società che gestisce lo scalo aeroportuale veneziano, che aveva presentato ricorso presso il tribunale amministrativo regionale contro l’applicazione e riscossione della tassa. Ma proprio il Tar, il 25 maggio, aveva dato ragione al Comune, respingendo la richiesta di sospensione.
Per parte sua, dai vertici di Ca’ Farsetti, sede del Comune, la posizione è sempre rimasta la stessa, e non c’è mai stato alcun accento a eventuali dietrofront. “È una norma dello Stato – ha ripetuto a più riprese Brugnaro – La città di Venezia nel 2024 finirà i fondi della Legge speciale, e purtroppo non possiamo non applicare le tassazioni che ci vengono fornite come possibili. Se non lo facessimo non potremmo dimostrare che c’è il bisogno di rifinanziamento”.
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