Sabato di tensioni. Ovunque. Cortei di manifestanti pro Palestina – giusto nel Giorno della memoria, ricorrenza internazionale per commemorare le vittime dell’Olocausto – sono venuti a contatto con le forze dell’ordine.
Benché tali cortei fossero stati annullati-rinviati dal Viminale, si sono ugualmente materializzati. In particolare a Milano in via Padova dove i manifestanti si sono scontrati con le forze dell’ordine in tenuta antisommossa cercando di sfondare il loro blocco.
Cori e slogan urlati da un migliaio di manifestanti – “ intifada e corteo” – sono stati diffusi da un migliaio di persone che si sono poi ritrovati in piazzale Loreto in solidarietà con la Palestina. Mentre gli organizzatori hanno spiegato in una conferenza di aver deciso di ottemperare “ con amarezza” alle decisioni delle istituzioni, i giovani palestinesi hanno deciso di scendere ugualmente in piazza.
Camionette delle forze dell’ordine hanno impedito l’accesso da Piazzale Loreto a via Padova. Sono arrivati in corteo anche esponenti di “Cambiare rotta” e “Potere al popolo”. I manifestanti hanno aggiunto: ”Cessate il fuoco è il messaggio che speriamo arrivi a Giorgia Meloni, al ministro Piantedosi e al sindaco. I nostri cortei sono regolari, questa decisione nasce dal nostro senso di responsabilità per garantire ordine pubblico”.
Anche a Roma ci sono state delle manifestanti al grido “I genocidi sono tutti uguali. Palestina libera”. Oltre 500 gli attivisti riuniti in piazza Vittorio Emanuele.
Dopo il diniego della Questura per il corteo organizzato dai movimenti palestinesi nel giorno della Memoria, diverse sigle e cittadini sono venute ugualmente a portare “il sostegno alla resistenza “. Tra la folla notato anche Gabriele Rubini, in arte chef Rubio, noto per l’appoggio alla causa palestinese.
Cortei anche a Torino, in piazza Castello per una manifestazione pro Palestina e “contro i genocidi”. I manifestanti per protestare contro la circolare che vieta tali manifestazioni nel giorno della Memoria, hanno messo del nastro nero sulle loro bocche e poi hanno distribuito volantini per spiegare che in “Palestina il bilancio umano terribile con circa 30.000 morti e quasi 60.000 feriti dal 7 ottobre. Più del 70% delle vittime sono donne e bambini.”
Anche a Trento c’è stato un corteo sul genere degli altri.
I TIMORI DELLA COMUNITÀ EBRAICA
Timori fondati. Hanno detto: ”La pietà non può essere a corrente alternata dove commuovono i bambini di Gaza ma non indignano quelli israeliani vittime di Hamas: non è antisemita criticare un governo, ma lo è puntare l’indice contro un popolo” (parole e musica di Andrea Gottfried della comunità ebraica di Pisa).
Gli ha fatto eco il rabbino Capo di Torino, Ariel Finzi:” Il mondo civile, quando c’è una guerra fra una tirannia e una democrazia si schiera dalla parte della tirannia e pensa che la tirannia voglia la pace e la democrazia voglia la guerra”.
Si è accodato Victor Fadlun, presidente della comunità ebraica di Roma. Ha messo il dito in un’altra piaga riferendosi ai recenti episodi e alla sentenza della Cassazione sul saluto romano: ”Il braccio alzato è il segno di una profonda ignoranza non solo della storia, ma della democrazia”.
È il caso di ricordare anche il recente pronunciamento della Corte Internazionale di Giustizia: ”Israele adotti tutte le misure in suo potere per impedire atti di genocidio a danno dei palestinesi di Gaza e prenda immediate ed efficaci misure per migliorare le condizioni umanitarie”.
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