Sanremo, pubblicità occulta ad Instagram. A poche ore dall’inizio di Sanremo 2024, il Tar del Lazio conferma la sanzione da 175mila euro inflitta dall’Agcom alla Rai per pubblicità occulta trasmessa durante il festival 2023. Chiara Ferragni e Amadeus avevano promosso diverse volte Instagram senza che la cosa fosse segnalata in maniera opportuna.
Il Codacons era presente nel giudizio al Tar per tutelare la categoria degli utenti. L’associazione dei consumatori ha reso noto che, oltre alla conferma della sanzione, la quarta sezione del Tar Lazio ha deciso di “inviare gli atti alla Corte dei Conti per le valutazioni del caso”.
Sanremo, pubblicità occulta a Instagram
La Rai aveva fatto ricorso contro la decisione dell’Agcom arrivata lo scorso giugno. Riferisce il Codacons, che il Tribunale avrebbe accolto le richieste dell’associazione ed ha confermato che la Rai era a conoscenza del carattere inadeguato della promozione.
In una nota, il Codacons riferisce che “il Tar ha sottolineato in particolare il ruolo svolto nella vicenda da Chiara Ferragni, influencer che identifica la propria popolarità proprio con il social network Instagram. Non è ignorabile che l’implementazione del bacino degli spettatori (dichiarato obiettivo di carattere editoriale) abbia assicurato notevoli ricadute sia in favore dell’azienda pubblica, sia, ancora, della concessionaria Rai pubblicità, sia, infine, dello stesso social Instagram”.
Secondo il Codacons, la scelta di un’influencer come co-conduttrice non è stata casuale: “Tale strategia è stata assicurata dal ragionato e preventivo reclutamento – come ammesso dalla stessa ricorrente in audizione – di ‘testimonial provenienti dal mondo delle piattaforme social’. Il riferimento è alla presenza, in qualità di conduttrice da affiancare al presentatore Amadeus, dell’influencer Chiara Ferragni”.
Cosa ha sentenziato il Tar
Secondo il Tar, “è palese che la strategia in questione non avrebbe che potuto determinare un effetto promozionale (però mascherato al pubblico) che ha assicurato sia alla Rai (nelle sue articolazioni operative: compresa la concessionaria pubblicitaria) che al social Instagram un’utilità vicendevole, naturalmente legata alle finalità tipiche della pubblicità televisiva”.
Secondo il Tar, gli effetti sono arrivati a tutti: “Deve concludersi che l’effetto pubblicitario per il social Instagram, sebbene occultamente, si sia appieno prodotto e, a monte, non potesse essere ignorato da un organismo (di diritto pubblico) come la Rai”. Organo “dotato di alte e strutturate competenze professionali nel settore audiovisivo”.
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