Satnam Singh è morto anche a causa di un “copioso sanguinamento”. I primi risultati dell’autopsia confermano alcune ipotesi emerse nei giorni scorsi secondo cui il bracciante indiano di 31 anni poteva essere salvato.
Abbandonato senza un braccio di fronte alla sua abitazione in provincia di Latina, l’operaio era stato portato lì dal suo datore di lavoro dopo un incidente nell’azienda agricola per cui lavorava insieme a sua moglie: una decisione che ha provocato un ritardo nella chiamata dei soccorsi, rivelatosi fatale per Satnam.
“Serve un’azione strutturale per la legalità e il lavoro agricolo dignitoso”, ha comunicato sui social la Fai-Cisl, che parteciperà alla protesta insieme alla Uila-Uil, “proclamando oggi una giornata di sciopero di 8 ore” per il settore agricolo. “Mai avremmo pensato di trovarci di fronte ad un atto di questa ferocia – ha commentato il presidente dell’associazione Comunità indiana del Lazio Gurmukh Sing -. Abbiamo deciso di non rimanere a guardare mentre la nostra comunità continua a piangere i suoi fratelli”. La mobilitazione segue quella avviata già sabato scorso dalla Cgil, a cui ha anche partecipato la segretaria del Partito Democratico, Elly Schlein.
E non si ferma il dibattito, riacceso dopo la morte di Satnam, sulla piaga del caporalato. “La vicenda ha portato in rilievo una situazione grave che sembra aumentare nel corso del tempo – ha detto il procuratore di Latina Giuseppe De Falco, in merito alle indagini -. “Ci sono settori, come quello dell’agricoltura, che assumono personale che accetta di lavorare in assenza di forme di tutela e norme di sicurezza. L’appello verso coloro che assistono ad episodi del genere è quello di renderlo noto, denunciando”.
“Non è un problema di leggi, quelle ci sono ma vanno applicate. La terribile vicenda di Singh, forse, poteva essere evitata se un procedimento per caporalato contro l’azienda non si fosse arenato da anni”, ha sottolineato il leader di Italia Viva, Matteo Renzi facendo anche riferimento al fatto che il titolare Renzo Lovato risulta già indagato da cinque anni per reati di caporalato.
Per contrastare il fenomeno, l’intenzione del governo è quella di raddoppiare i controlli, con più ispettori del lavoro e l’incrocio delle banche dati, e aiutare le imprese potenziando la rete agricola. “Lo scopo è dichiarare guerra al caporalato”, ha annunciato la ministra del Lavoro Marina Elvira Calderone nel corso della riunione d’emergenza di venerdì scorso insieme al ministro dell’Agricoltura Francesco Lollobrigida. Prosegue anche l’emergenza delle morti sul lavoro.
Sempre in ambito agricolo, la scorsa domenica ha perso la vita il lavoratore rimasto gravemente ferito il giorno prima, dopo che la trebbiatrice su cui era seduto aveva preso fuoco. In queste ore, invece, un operaio è rimasto schiacciato dallo stabilizzatore di una gru in un cantiere navale in provincia di La Spezia.