Ha solo 12 anni il ragazzino aggredito, umiliato e deriso da un gruppo di coetanei a Vieste in provincia di Foggia.
La scena è stata ripresa con un telefonino e condivisa sulle chat di WhatsApp diventando virale in pochissimo tempo. Uno dei bulli lo ha costretto a inginocchiarsi e gli ha tirato un buffetto. Lui si è alzato provando a reagire ma è intervenuto un altro bullo che lo ha spintonato e schiaffeggiato più volte con violenza, mentre gli altri – maschi e femmine, riuniti in cerchio – ridevano.
Il dodicenne è stato vittima dell’aggressione a due passi dal centro cittadino, nell’indifferenza generale. Anzi, c’era anche chi incitava i bulli. Un solo ragazzino ha provato, invano a intervenire in sua difesa. Il video di un minuto e 37 secondi ha ottenuto centinaia di condivisioni, facendo rapidamente il giro della città. La comunità di Vieste è scossa e a prevalere ora è l’indignazione. Ma c’è anche chi, attraverso i social, ha provato a minimizzare l’accaduto derubricando l’atto di bullismo in una bravata.
Protagonisti dell’aggressione alcuni giovanissimi che sono stati identificati grazie al filmato. C’era chi ha avuto un ruolo attivo e chi era impegnato a girare il video con il cellulare per documentare la ‘prova di forza’ dei bulli. Dell’episodio è stata informata la procura per i minorenni. “Monitoriamo la situazione – ha fatto sapere il sindaco di Vieste Giuseppe Nobiletti – con i servizi sociali e i Carabinieri. Stiamo convocando in Comune genitori e minori per capire l’accaduto e attivare eventuali percorsi. Bisogna recuperare i valori”. I minori coinvolti “appartengono tutti – dicono in Paese – a famiglie per bene che non hanno problemi di carattere sociale”.
Per il primo cittadino “i ragazzi di oggi non sono più educati ai sentimenti. Ed è un compito che spetta anzitutto alle famiglie. Così come è importante educare i ragazzi al corretto utilizzo dei social”. Tantissimi i commenti alla notizia condivisa su Facebook. La maggioranza degli utenti invoca “pene esemplari” perchè “il bullismo va affrontato a muso duro” e invita i genitori a “non giustificare in alcun modo l’accaduto”. “Non oso pensare al povero ragazzo bullizzato” scrive una mamma. “Sono dei traumi che ti porti dietro anche dopo tanti anni. Ma i bulli non possono e non devono farla franca”.
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