Aveva quasi 27 anni lo sciatore lombardo deceduto ieri, giovedì 25 aprile, dopo essere stato travolto da una valanga sulla Punta del Cevedale in territorio comunale di Valfurva, in Alta Valtellina. Il ragazzo che risiedeva ad Assago in provincia di Milano, è morto sepolto sotto un metro e mezzo di neve. Ad assistere impotente alla tragedia il fratello e altri sette escursionisti di un’unica comitiva che, nella discesa a valle, si è divisa in due gruppi. Secondo gli accertamenti sulla dinamica degli esperti del Sagf-Soccorso Alpino della Guardia di finanza di Bormio, intervenuti ad oltre 3000 metri di quota, sarebbe stato lui stesso a causare la valanga che lo ha travolto e ucciso. Tutti illesi gli altri componenti della spedizione nella Valle delle Rosole: il dramma a 3350 metri d’altitudine.
L’allertamento per le squadre del Soccorso alpino, VII Delegazione Valtellina – Valchiavenna, Stazione di Valfurva, è arrivato poco prima delle 15. Sul posto l’elisoccorso di Sondrio di Areu ed EliLasa, il Sagf – Soccorso alpino Guardia di finanza e l’UCV (Unità cinofila soccorso) in valanga del Cnsas Lombardo. Le persone che erano con l’uomo travolto hanno subito chiesto aiuto e cominciato le procedure di autosoccorso. Nel frattempo sono arrivati i soccorritori. Il distacco ha un fronte di una trentina di metri; si tratta di una probabile valanga di neve ventata (lastroni da vento), caduta sulla spalla che scende dal Cevedale verso la zona della Val Cedec. Le altre persone, illese, sono state portate a valle con gli elicotteri. Informati dell’accaduto anche i carabinieri e la Procura di Sondrio.