Scoperto negli archivi pontifici: ritrovati gli elenchi degli Ebrei (e non solo) salvati nei conventi di Roma dalle persecuzioni nazifasciste.
Tra il 1943 e il 1944 le congregazioni religiose della capitale (100 femminili, 55 maschii ) si sono mobilitate ed hanno nascosto, dunque salvato, migliaia di persone. Gli elenchi citano complessivamente 4.500 persone delle quali 3.600 sono identificate per nome.
Con certezza è emerso che 3.200 erano ebrei. Per il momento l’accesso al documento è riservato per motivi di tutela della privacy ma giovedì 7 settembre è stato comunque presentato durante il workshop (“Gli Ebrei nascosti negli Istituti religiosi di Roma”) che si è tenuto presso il Museo della Shoah di Roma alla Casina dei Vallati (mercanti del basso medioevo) a ridosso del Portico di Ottavia.
A 62 anni di distanza del primo elenco (incompleto) pubblicato dallo storico Renzo De Felice (Rieti 1929-Roma 1966) quest’ultima scoperta è sorprendente in quanto – per decenni -si è ritenuto che il prezioso documento fosse andato perduto.
È il caso di ricordare che la lista completa era stata compilata dal gesuita italiano p. Gozzolino Birolo tra il giugno 1944 e la primavera del 1945 e che quest’ultima l’Istat (integrale) è stata sottoposta al vaglio di numerosi storici (Procaccia, Loparco, Oberholzer, Nidam-Orvieto); storici coordinati da Dominik Markl (Università di Innsbruck ) e dal rettore del Pontificio Istituto Biblico, il gesuita canadese Michael Kolarcic.
I soldati tedeschi occuparono Roma il 10 settembre 1943 dopo tre giorni di feroci combattimenti ed è stata liberata il 4 giugno 1944 grazie al sacrificio e all’’eroismo delle forze alleate, dei partigiani e dei cittadini di Roma.
Non solo, ovviamente, gli Istituti religiosi si sono distinti nel salvare Ebrei dalla follia nazifascista. L’elenco è lungo. Ma due personaggi, celebrati anche dal Cinema, sono da ricordare per la singolarità delle loro azioni: l’industriale tedesco SCHINDLER e il commerciate italiano PERLASCA. Entrambi, rischiando la vita, hanno salvato migliaia di Ebrei. Il primo in Germania, il secondo in Ungheria inventandosi il ruolo di console spagnolo lui che non era né diplomatico ne’ spagnolo. La solidarietà ci ha regalato pagine stupende. Inimitabili.
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