Caricabatterie e cellulare devono essere sempre lontani dall’acqua. Questo perché l’acqua è un forte conduttore elettrico, ed è anche per questo che vi è una normativa specifica sulla costruzione degli impianti che dice dove posizionare le prese di corrente rispetto al punto dove si ha dell’acqua. Non si può ad esempio mettere delle prese troppo vicino ai lavandini.
A fare il punto è Umberto Nocco, presidente Aiic, Associazione italiana ingegneri clinici, dopo il caso di una ragazza di sedici anni morta folgorata nella vasca da bagno della sua abitazione mentre parlava al telefono con una sua amica in provincia di Avellino.
“La ragazza, per la quale mi dispiace molto, avrebbe dovuto avere il cellulare vicino alla vasca. Il comportamento era a rischio – sottolinea Nocco -. L’acqua è un forte conduttore elettrico, qualunque apparecchiature elettrica di fianco all’acqua stessa è estremamente pericolosa. È anche uno dei motivi per i quali, ad esempio, se si deve spegnere un incendio in una zona in cui c’è materiale elettrico attaccato alla corrente, si utilizza un estintore non ad acqua ma a Co2”.
La ragazza aveva messo sotto carica il suo cellulare che deve esserle scivolato di mano e ha innescato il corto circuito dopo essere finito in acqua.
“Di per sé – prosegue Nocco – il caricabatterie non è pericoloso se lo si usa male e in una situazione non corretta potrebbe diventarlo. Nel caso della ragazza è stato il caricabatterie, ma poteva essere il phon. Non è tanto il tema del caricatore, ma di avere un oggetto che va a corrente elettrica vicino all’acqua”.
“C’è anche una normativa specifica – prosegue il precidente Aiic – nella costruzione degli impianti che dice dove mettere le prese di corrente rispetto al punto dove si ha dell’acqua. Non si può ad esempio mettere delle prese troppo vicino ai lavandini. Sono precauzioni ormai standardizzate anche dalla normativa”. “Gli effetti della corrente sul corpo umano – conclude infine Nocco – sono diversi a seconda della corrente applicata. Si va dalla contrazione muscolare fino alla bruciatura fino alla contrazione muscolare mantenuta nel tempo che potrebbe portare anche all’arresto cardiaco e alla morte. Dipende dall’intensità della corrente e dalla frequenza. Ad esempio, la corrente di casa a 220 ha un livello di pericolosità diverso da una corrente in alta frequenza”.
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