E’ stata sepolta nel cimitero di Bruzzano (Milano), nella zona dedicata ai bambini, la neonata trovata morta il 28 aprile scorso in un cassonetto della raccolta dei vestiti in zona Città Studi a Milano dopo essere stata abbandonata già senza vita. La piccola è senza nome e la madre non è mai stata identificata.
Della cerimonia di sepoltura, dopo il permesso rilasciato dall’autorità giudiziaria al termini degli accertamenti dell’Istituto di medicina legale, si è occupato il Comune di Milano come accade in tutte le circostanze in cui non c’è nessuno a reclamare il corpo della persona morta. “Questa è la storia di una mamma che si è sicuramente trovata in una situazione di difficoltà e grande solitudine – ha commentato l’assessora ai Servizi Civici del Comune di Milano Gaia Romani che ha deposto un cuscino di fiori sulla tomba della piccola -. Non sappiamo cosa sia successo, ma sicuramente questa donna, che ha compiuto la scelta di lasciare nel cassonetto il corpicino, non ha trovato un aiuto, non ha avuto un supporto”.
“Noi, quindi – prosegue l’assessora – , oggi siamo qui per dire a tutte le donne di questa città che nel caso in cui si trovassero in una situazione di difficoltà e di sofferenza, possono affidarsi alle istituzioni, alla rete di fondazioni, di enti, di istituti, che sono a disposizione per ascoltarle, per supportarle, in qualsiasi situazione loro si trovino. Speriamo davvero che la nostra presenza qui possa dare questo messaggio”.
La neonata era stata ritrovata nel pomeriggio dello scorso 28 aprile da alcuni passanti di via Botticelli, piena Città Studi a Milano. Ad allertare il 112 è un uomo di 70 anni, residente nel quartiere: “Ho visto sbucare una manina dal cassonetto giallo”, il suo racconto alle forze dell’ordine. “Sembrava un bambolotto, avvolto dalle coperte e dai vestiti”.
La piccola, secondo quanto rivelerà l’autopsia, non ha mai respirato. È venuta al mondo senza vita poche ore prima del ritrovamento nel cassonetto della Caritas in via Botticelli e successivamente, ancora ricoperta di sangue, è stata avvolta in una felpa rossa. Proprio il decesso prematuro della neonata, forse dovuto a un distacco della placenta, sarebbe la causa del parto e, forse, della successiva decisione da parte della madre di sbarazzarsi del corpicino senza vita. Un travaglio avvenuto forse in casa, vista l’assenza di tracce di terra, fango o altri materiali che possano far pensare a contesti all’aperto.
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