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Sesso troppo rumoroso, il condominio lo avverte ma il vicino sbotta: “Rosiconi” FOTO

Quando fa sesso è troppo “rumoroso”, così il condominio lo avverte ma il vicino focoso ribatte: “L’invidia è una brutta besta… rosiconi!” (con tanto di sorrisino). E’ quanto accaduto in un condominio italiano dove è apparso un cartello singolare, dove alcuni residenti hanno avvertito di “smettere di fare rumore” ad un loro vicino quando è a letto con la sua compagna. E così, il destinatario dell’avviso, ha risposto in maniera esilarante all’avvertimento.

Sesso troppo rumoroso: è disturbo alla quiete pubblica?

Si tratta di un comportamento che può integrare gli estremi di uno specifico reato: l’articolo 659 del codice penale punisce espressamente il “disturbo delle occupazioni o del riposo delle persone” con una pena che può variare dalla semplice ammenda (di importo massimo pari a 309 euro) fino alla pena detentiva, ovvero “con l’arresto fino a tre mesi”.

In questi casi, inoltre, ai sensi dell’articolo 844 del codice civile, sarà sempre consentito ricorrere al giudice civile per ottenere la condanna del condomino focoso al risarcimento di tutti i danni causati dalla produzione di quei rumori che abbiano oggettivamente superato il limite della “normale tollerabilità”.

Il precedente

Tra le varie pronunce della giurisprudenza sull’argomento rappresenta un importante precedente una Sentenza del Giudice di Pace di Foggia di qualche anno fa, che è estremamente indicativa. In questo caso, con un originale quanto bizzarra decisione, ha imposto ai due coniugi il “sesso a ore”: nessun problema durante il giorno, ma stop totale durante le ore notturne, dalle 23 alle 7.

Si ricorda anche, per ulteriore chiarezza che secondo un’importante sentenza della Corte di Cassazione (C. Cass. 09/06/2010, n. 24503.) è stato stabilito che gli eccessivi rumori che si propagano all’interno di un condominio possono risultare “nocivi per la salute umana” e per questo devono essere evitati. Pertanto nel caso di mancato rispetto di questa disposizione si ha titolo per chiedere il risarcimento del danno alla salute, in quanto bene costituzionalmente tutelato.

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