Messina Denaro voleva colpire anche Rimini. In quella drammatica stagione segnata dalle stragi di mafia, il boss arrestato dopo 30 anni di latitanza, era tra coloro che progettarono l’attentato sulle spiagge di Rimini. Un piano che aveva come uno dei suoi principali fautori proprio Messina Denaro.
Cosa nostra voleva colpire la Riviera piazzando siringhe infette di Aids sulle spiagge di Rimini. Il piano rientrava in quella strategia del terrore avviata dalla mafia, come risposta alla cattura del boss dei boss Totò Riina, arrestato nel gennaio 1993. Dopo l’attentato in via Fauro a Roma (l’obiettivo era Maurizio Costanzo) e le stragi di via dei Georgofili a Firenze e di via Palestro a Milano, uno degli obiettivi era diventato la Riviera romagnola.
Come spiegò Giovanni Brusca, ex boss e collaboratore di giustizia italiano,”dopo Capaci – disse Brusca – Cosa nostra decise di cambiare strategia” e di colpire “non più magistrati, ma monumenti e musei”. Nuovi obiettivi, appunto, come le bombe piazzate in via dei Georgofili a Firenze, vicino alla Galleria degli Uffizi, e in via Palestro a Milano. “Avevano programmato un attentato alla Torre di Pisa”. Non solo: intenzione della mafia era anche “Mettere siringhe infettate di Aids sulla spiaggia di Rimini”.
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