Soumahoro lui. Murekatete lei, ricordate? Lui portato come candidato in lista dall’ineffabile per la circostanza duo Bonelli-Fratoianni. Candidato a immagine, somiglianza e incarnazione dello sfruttamento ai danni e sulla pelle dei migranti. Lui la vittima designata ad una vita da schiavo o quasi che si erge, emancipa, ribella e infine conquista favore e giustizia per mano e volontà del popolo elettore democratico e progressista.
Lui che alla sua prima volta da parlamentare in Parlamento ci va co gli stivali da fango perché sia a tutti chiaro da dove viene, chi difenderà e perché tutti quelli che lavorano e soffrono nel fango non metaforico del caporalato e delle baracche e delle paghe da fame e illegali, sappiano tutti quelli che nel fango sono rimasti che Suomahoro non li dimentica, vive e lotta con loro. Anche e a maggior ragione da parlamentare. Lei, Liliane Murekatete, la donna che lui incontra e che diventa sua moglie. Una presenza non discreta, un profilo non bassissimo che pure sfugge alla vista di Bonelli-Fratoianni. Una svista, un non vedere cui presto porrà riparo la stesa Liliane. Presto sarà impossibile non vederla, letteralmente in tutto il suo…splendore.
La Procura di Latina ha chiuso, completato le indagini e ha appena confermato tutte le accuse da rivolgere in Tribunale a Liliane moglie e anche alla suocera e anche ai cognati del Soumahoro parlamentare. Accuse a pesarle in quantità due milioni. Due milioni di euro esibiti sotto forma di abiti, gioielli, segni, marchi di avercela fatta, di aver svoltato alla grande. Alla grande ma come? La risposta e l’accusa che vengono dalla conclusione di indagine è che la famiglia ce l’ha fatta, svoltato alla grande con i soldi pubblici. Prendendoli pubblici e facendoli diventare privati, roba, soldi loro. Ancora, come? Come fanno molti, moltissimi: prendendo pubblici finanziamenti per una attività. Attività su cui poi fare la cresta, gonfiare spese, erogare servizi fittizi scadenti.
Procura Latina conferma le accuse: moglie, suocera, cognati questo “trattamento” ai soldi pubblici lo hanno fatto “massaggiando” l’accoglienza ai migranti, ai migrati. Diventare ricchi arraffando soldi pubblici, farlo in famiglia, farlo in maniera aziendale e non resistere alla tentazione, anzi all’orgoglio di esibire la nuova ricchezza. E lui, il parlamentare non indagato ma umanamente più che coinvolto (la moglie, la suocera, i cognati!) a fare oggi la vittima politica. Un perfetto e riuscito esempio di massima integrazione con il paese e la popolazione delle più massicce, di massa e popolari truffe ai danni del denaro pubblico (ne vantiamo tradizione e professionalità) e con il paese delle sceneggiate politiche, meglio se grottesche. Bonelli-Fratoianni? Ancora parlano, niente meno che di politica. Ed anche questa è, nel suo piccolo, manifestazione dell’impossibilità per questo paese-nazione di essere normale.
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