Spari, questa mattina, in via Pio IX, a Caivano (Napoli), contro un’auto parcheggiata in strada. Durante il raid sarebbero stati esplosi almeno 19 colpi di due differenti calibri, quindi da due armi diverse. Solo poche ore prima, lungo le strade del Parco Verde di Caivano, c’erano stati altri colpi di arma da fuoco.
Caivano, nella notte spari all’impazzata in strada
Solo la scorsa settimana, il 5 settembre, lo Stato aveva fatto vedere e sentire la sua presenza a Caivano, con un’operazione interforze nella quale sono stati impiegati 400 uomini. Qualche giorno dopo è stato varato il decreto legge Caivano.
Dopo la stesa della scorsa notte lungo le strade del Parco Verde di Caivano ci sono ora solo poche persone in strada. Dinanzi alla chiesa di don Maurizio Patriciello, che con un post ha denunciato quanto accaduto, alcune troupe di giornalisti che richiamano l’attenzione di alcuni passanti che commentano: “Purtroppo siamo diventati tristemente famosi”.
La sparatoria della scorsa notte è l’ennesima ferita per il quartiere alla periferia di Caivano sorto per accogliere gli sfollati napoletani del terremoto del 1980. Don Patriciello, che da oltre un anno vive sotto scorta, questa mattina ha aperto come sempre le porte della chiesa di San Paolo Apostolo e senza giri di parole ha condannato quest’ennesimo atto di violenza.
Don Patriciello: sfidano lo Stato
“Ci sono persone mascherate che arrivano in moto ad alta velocità con i kalashnikov sulle spalle e sparano all’impazzata. Il quartiere va nel terrore, basta poco per morire colpito da un proiettile vagante. E’ pericoloso, qualcosa di inconcepibile. Le forze dell’ordine in questi giorni si stanno facendo in quattro, ma queste persone volano alla velocità della luce, avviene tutto in fretta e poi scappano via. La gente è nuovamente entrata nel terrore, è la terza volta che accade un episodio simile da quando a Caivano è venuto il presidente del consiglio. Io leggo questa cosa come una sfida allo Stato. Come se volessero dire che non hanno paura dello Stato, questa è la chiave di lettura”. E’ quanto ha aggiunto don Maurizio Patriciello.
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