La strage sul lavoro avvenuta a Casteldaccia, Palermo, ha portato alla morte di cinque operai mentre lavoravano alla rete fognaria. Le autopsie condotte su tre dei cinque operai confermano i sospetti iniziali, attribuendo all’idrogeno solforato, sprigionato dalla fermentazione dei liquami, la causa del decesso. Questo gas altamente pericoloso per l’uomo, incolore e con una densità maggiore dell’aria, tende ad accumularsi negli ambienti chiusi come la vasca piena di liquami fognari, causando asfissia agli individui esposti. Le vittime avevano i polmoni completamente ostruiti dalle esalazioni. Il titolare della società Quadrifoglio, Nicolò Di Salvo, è indagato per omicidio colposo aggravato dalla violazione delle norme antinfortunistiche e di lesioni personali colpose gravissime ai danni dell’unico dipendente sopravvissuto. Le autorità hanno affidato l’esecuzione degli esami autoptici a quattro medici, con la partecipazione dei consulenti delle parti offese.
Non ci saranno funerali comuni per le cinque vittime dell’incidente, e la sepoltura avverrà dopo il completamento delle autopsie, previste anche per i restanti due operai deceduti. La Procura di Termini Imerese, che sta conducendo le indagini sulla strage, darà il nulla osta per la sepoltura una volta completate le indagini.