A Mestre (Venezia) ci sono sempre meno italiani e sempre più bengalesi e così storica bottega per l’infanzia Cecchetto, in pieno centro, ha deciso di esporre i cartelli dei prezzi e indicazioni non solo in italiano ma anche in lingua bengali. Il titolare del negozio Andrea Cecchetto, intervistato dal Gazzettino, racconta: “Ma che volete che sia una cosa così, basta guardarsi in giro per vedere quante mamme bengalesi ci sono in giro. Il mondo è cambiato e di conseguenza sono cambiate anche le città, Mestre non è da meno”.
“Quella di mettere i cartellini anche in bengali è un’idea che avevamo da un po’ di tempo – aggiunge – e l’abbiamo messa in pratica. Cosa c’è scritto? Che quei passeggini vengono venduti in accoppiata con il seggiolino per l’auto, oppure che si tratta di un ‘ultimo pezzo'”. A giustificare la scelta del cartellino in lingua straniera anche la difficoltà di spiegare le caratteristiche del prodotto in vendita. Il tutto in una città dove la presenza di bambini stranieri oscilla tra il 40 e il 50% dei più piccoli, con un picco che sfiora il 60% nel quartiere Piave proprio a ridosso del negozio. Bimbi stranieri che per la maggior parte sono di famiglie bengalesi. Caro Salvini, altro che quote dell’80% nelle scuole italiane.
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