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Tassa d’imbarco, in manovra spunta l’aumento fino a 3 euro: protestano compagnie e aeroporti

I Comuni che hanno un aeroporto sul loro territorio, potranno aumentare di 3 euro la tassa d’imbarco che pagano i passeggeri in partenza. E così, nel 2024 i biglietti aerei potrebbero costare ancora di più, anche se di poco.

La notizia è tra le bozze della manovra e ne parla il Corriere che stima un incasso per lo Stato pari a 380 milioni in più. A protestare contro la norma sono però le compagnie low cost ed anche gli aeroporto ancora alle prese con le perdite subite durante il Covid.

All’articolo 80, l’articolo titolato “Sostegno finanziario per enti al termine della procedura di dissesto finanziario”, c’è scritto che i Comuni capoluogo di città metropolitana “hanno facoltà di istituire, con apposite delibere, un incremento dell’addizionale comunale sui diritti di imbarco portuale e aeroportuale per passeggero non superiore a 3 euro per passeggero”.  La norma riguarda quindi anche chi parte in nave.

Quanto costa attualmente la tassa d’imbarco

Attualmente la tassa d’imbarco è di 6,5 euro negli aeroporti italiani. A Roma Fiumicino e Ciampino si paga 7,5 euro, a Venezia 9 euro. Il tutto mentre i biglietti aerei sono previsti ancora in aumento visti vari fattori concomitanti: guerre, costo carburante, esigenze ambientali, rivendicazioni sindacali. 

EasyJet è la seconda compagnia in Italia per passeggeri imbarcati. Una sua portavoce, pur ricordando al Corriere che si sta parlando di una bozza, spiega: “Come abbiamo sempre detto le addizionali comunali sono tasse che hanno un impatto sul passeggero e sulla tariffa. Proporre di aumentare delle tasse che vanno a loro volta ad aumentare il costo del biglietto in un momento in cui si cerca di abbassarlo”. A suo dire, tutto questo “sembra molto preoccupante”. Anche perché l”’Italia è già uno dei Paesi meno competitivi in Europa con la tassazione attuale. Continuare ad aumentarla porterà le compagnie a rivolgere i loro investimenti altrove impattando la connettività”.

Tassa d’imbarco introdotto nel 2004: costava solo un euro

Il Corriere spiega che la tassa è stata introdotta nel 2004. All’epoca costava solo 1 euro. Nel 2005-2007 è salita a 2,5 e poi, nel 2008, a 4,5 euro. L’aumento è stato, nel 2012, di 2 euro arrivando così a 6,5 euro. Nel 2015 hanno provato a portarla a 9 euro ma l’opposizione delle compagnie e degli aeroporti italiani riuscirono a far bloccare la norma.

Calcolando che mediamente si spendono 6,5 euro di addizionale, ecco a chi vanno le risorse: 

  • 1 euro viene destinato in parte ad Enav, in parte ai Comuni aeroportuali e in parte alle misure volte alla prevenzione e al contrasto della criminalità e per potenziale la sicurezza negli aeroporti e nelle stazioni ferroviarie.
  • 50 centesimi sono finalizzati a finanziare il servizio antincendi negli aeroporti.
  • 1,5 euro vanno al Fondo di solidarietà per il settore del trasporto aereo e del sistema aeroportuale
  • 3,5 euro infine finiscono all’Inps.

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