Taxi martedì 10 ottobre in sciopero contro il si a nuove licenze, braccio di ferro coi comuni, il Codacons all’attacco degli Enti locali. È muro contro muro. Taxi martedì 10 ottobre in sciopero contro il si a nuove licenze, braccio di ferro coi comuni, il Codacons all’attacco degli Enti locali. È muro contro muro.

Taxi martedì 10 ottobre in sciopero contro il si a nuove licenze, braccio di ferro coi comuni

Caos taxi. La Camera giovedi 5 ottobre ha dato il via libera a nuove licenze (più auto bianche nelle città metropolitane e areoporti) e le sigle sindacali hanno proclamato immediatamente lo sciopero di 24 ore per martedì 10.

E’ muro contro muro tra Governo e tassisti sulle licenze. La categoria è da sempre contraria all’incremento dei permessi e quando giovedì la Camera ha approvato il così detto “Decreto Asset” è scattata la convocazione dello sciopero nazionale da parte dell’Usb ((Unione sindacale di   Base, 80 sedi regionali e provinciali in Italia). Pertanto il 10 ottobre le auto bianche che aderiranno si fermeranno per un giorno intero.

Il sindacato in una nota fa sapere che “ Inopportuno è la definizione più elegante per questo decreto e ce ne renderemo conto quando con il più classico scaricabarile gli enti locali e il governo si rimpalleranno le responsabilità dell’incremento delle licenze senza nessun dato concreto”.

LE NOVITÀ APPROVATE DALLA CAMERA
Riguardano le città capoluogo di regione, sede di città metropolitana o aeroporto, che potranno alzare le licenze fino al 20% di quelle esistenti grazie a un concorso straordinario e nuove procedure. Di più: nel caso di grandi eventi i comuni potranno inoltre rilasciare licenze aggiuntive, ma saranno sostanzialmente destinate a chi è già nel settore. Cioè occorre avere già una licenza. Semplificata anche la procedura per il rilascio della cosiddetta “ Doppia guida” che potrà anche essere affidata a terzi che siano però in possesso delle opportune certificazioni.

POLEMICA GUALTIERI-URSO
In tanto bailame continua la polemica tra il sindaco di Roma Roberto Gualtieri e il ministro del Made in Italy Adolfo Urso. Il primo cittadino di Roma chiede da tempo un emendamento per assicurare ai comuni i soldi della gestione amministrativa delle licenze dei taxi.

Urso non ci sta e dice:” Gli ho telefonato 2 volte e lui mi ha detto che c’era un emendamento per lui importante. Ma era impossibile cambiare un equilibrio così avanzato all’ultimo momento con le votazioni in corso”. Il ministro Urso ha scritto ai 60 sindaci interessati che possono applicare da subito le nuove norme. Un appello che i primi cittadini hanno rispedito al mittente mettendosi di fatto alla testa di una rivolta contro il provvedimento.

Il motivo: scompare la riserva del 20% della cifra incassata per le nuove licenze, usata (dicono) per coprire le spese delle amministrazioni chiamate a gestire le pratiche, rafforzare il corpo dei vigili urbani e creare ulteriori aree di sosta. Invece tutti gli incassi andranno ad indennizzare i tassisti “ storici” che si vedranno di fatto svalutare le attuali licenze pagate a peso d’oro. Tranciante Gualtieri:” Non tolgo soldi ai cittadini, continuerò con le vecchie norme “.

È il caso di ricordare che al bando delle nuove licenze di taxi possono partecipare società e privati. E questo rischia di avvantaggiare le multinazionali. Il decreto asset prevede che i soldi vadano al 100% ai tassisti. E ciò per città come Roma ad esempio vuol dire svariati milioni. Il Codacons attacca gli enti locali e dice che” i sindaci non hanno più attenuanti: siamo disposti a denunciare quei Comuni che non si attiveranno per aumentare il numero di auto bianche”. Un bel pasticcio.

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