Ora che tutti noi italiani abbiamo constatato che l’allerta collettiva funziona, più o meno, non sarebbe il caso di iniziare ad occuparci, magari seriamente, di quanto sta avvenendo nei Campi Flegrei? E magari anche nel resto della Penisola?
Qualche domanda sparsa: le case sono tutte costruite a norma? I piani di evacuazione sono pronti? Si sta facendo tutto il possibile per prevenire qualsiasi cosa potrebbe succedere lì? E nel resto d’Italia?
Bisogna evacuare alcune zone? Sì? No? È inutile?
Lo chiediamo perché è di queste ore la notizia che un vulcanologo, non uno qualsiasi ma un dirigente di ricerca dell’istituto nazionale di geofisica e vulcanologia già direttore dell’Osservatorio Vesuviano qualche settimana fa ha mandato una PEC per, citiamo, “chiedere l’evacuazione degli edifici localizzati nell’area di Agnano-Solfatara, dove si generano i terremoti più forti in questa fase del bradisismo flegreo”.
C’è da preoccuparsi?
Lo sappiamo: in Italia le case costruite in zona sismica spesso sono costruite male o non rispettano tutti i criteri che dovrebbero rispettare. Quante volte ci siamo chiesti: ma perché in Giappone terremoti forti fanno meno morti dei terremoti, più deboli, che avvengono in Italia? Inutile tirare fuori l’elenco dei peccati tricolori.
La risposta, senza voltarci dall’altra parte, la conosciamo tutti. Inutile fare i vaghi.
Quindi: la speranza è che tutti stiano lavorando al meglio per prevenire. Parliamo dei Campi Flegrei ma il discorso andrebbe allargato un po’ ovunque. Dove si rischia per i terremoti e dove si rischia di più dal punto di vista idrogeologico o per qualsiasi altra cosa. Perché un messaggio di allerta, senza prevenzione, è un bel po’ inutile.