Terremoto in Umbria, gli ultimi episodi in queste ore, ancora ieri sera scosse e non di quelle piccole e piccolissime. Terremoti in una fascia del centro della penisola che va dalle Marche all’Umbria, dall’Abruzzo al Lazio e tocca la Toscana. Terremoti al plurale perché è e sarà come se Adriatico e Tirreno facessero tiro alla fune. E la fune è appunto geologicamente il centro della penisola italiana. L’immagine di “Adriatico e Tirreno che tirano all’opposto” è quella che un sismologo offre al Corriere della Sera, è un’immagine divulgativa e in questo senso efficace, ben rende l’idea. L’idea del perché terremoti al plurale ieri, oggi e domani in queste zone d’Italia.
I movimenti opposti e contrari di faglia determinano quindi una sorta di “stiraggio” per così dire all’altezza del “busto” della penisola. Stiraggio che non è e non si risolve in un episodio su più o meno grande scala. E’ un processo, lungo e persistente. Fatto di migliaia e migliaia di micro assestamenti (scosse) che la popolazione non avverte e avvertono solo i sismografi e di sequenze di centinaia di scosse di piccola e piccolissima entità però avvertite dagli abitanti e di punte/picchi del processo, cioè ricorrenti addensarsi di forti scosse. Solo questo noi chiamiamo terremoto, solo alle punte/picchi prestiamo il termine e prestiamo attenzione. Dimenticando e omettendo che lo “stiramento” attraversa spazi temporali non compatibili con il cronometro della cronaca e neanche con quello della durata della vita umana.
Per dirla breve e cruda, i fenomeni tettonici e i vettori di tettonica del suolo attraversano gli anni, i decenni e i secoli. Non è che un giorno o due e per una settimana o due c’è un terremoto e poi superficie e sottosuolo si fermano, immobilizzano, stop. Come in quasi tutti i fenomeni della realtà (anche quella umana) non c’è interruttore e non funziona on/off come pure stolidamente pensiamo e soprattutto esigiamo che sia. L’ambiente (oltre che la Storia) si muovono al ritmo di relazioni complesse e quindi per capire, sapere perché e quanto e quando la terra trema in centro Italia (oltre che altrove) non c’è alcun manuale da consultare o oroscopo da scrutare. Può essere utile invece il concetto di endemia sismica.
Endemia: quando una patologia indotta da virus resta stanziale in una popolazione umana (o animale) senza però crescere né secondo aritmetica moltiplicazione tanto meno esponenziale. Per amor di divulgazione trasferiamo il concetto e quindi endemia sismica: quando le forze e i movimenti di faglia sono resi dalla loro durata temporale stanziali in un territorio. Nessun Big One minacciano le faglie che tirano alla fune il centro della penisola ma un lungo e progressivo “stiramento” è scritto nell’ordine delle cose e lo si legge nell’ordine e nella natura delle scosse di queste ore.
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