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Terremoto Campi Flegrei, Ingv: “Nessun segnale di eruzione imminente”. Da ieri oltre 80 scosse

Il terremoto di magnitudo 4,2 avvenuto nella notte ai Campi Flegrei “rientra negli eventi legati al fenomeno bradisismico. Quest’ultimo ha una relazione con la dinamica vulcanica, ma al momento non ci sono variazioni per supportare l’ipotesi che ci sia un’eruzione imminente“: lo ha detto all’ANSA Francesca Bianco, direttrice del dipartimento Vulcani dell’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia.

Terremoto Campi Flegrei, Ingv: “Nessun segnale di eruzione imminente”

“Al momento lo scenario di riferimento non cambia”, ha aggiunto Bianco. Resterà invariato “finché non arriveranno altri dati che indicheranno la presenza di magma in superficie”, vale a dire a una profondità di due o tre chilometri. “Attualmente – aggiunge – misure indirette indicano che il magma si trova alla profondità di circa sei chilometri”. Altre misure su questo aspetto sono in corso, ma richiederanno mesi.

Oltre 80 scosse nello sciame sismico 

Il terremoto di magnitudo 4,2 avvenuto nella notte è stato l’evento più forte all’interno dello sciame sismico iniziato il 26 settembre e che finora ha visto oltre 80 eventi registrati, di magnitudo inferiore a 3,2. “E’ uno sciame ancora in corso” ed è uno sciame diverso da quello dei giorni scorsi perché “diversamente dalle sequenze sismiche, gli sciami che avvengono nelle aree vulcaniche hanno al più la durata di pochi giorni”, ha aggiunto Francesca Bianco.

“Deformazione del suolo e sismicità vanno di pari passo” e anche i terremoti più recenti sono legati “al fenomeno del bradisismo, come tutti i terremoti dei Campi Flegrei”, nell’ambito di una “crisi cominciata nel 2005”, ha osservato l’esperta. Da allora, nell’arco di 18 anni, “si è registrato un sollevamento del suolo che ha raggiunto il massimo di poco più di 113 centimetri nella zona Rione Terra. Da qui, in tutte le direzioni la deformazione decresce in modo significativo”.

Terremoti legati al bradisismo

I terremoti sono legati al bradisismo perché “il movimento del suolo sottopone la crosta terrestre a un continuo stress: quando questo sforzo supera il punto di rottura della crosta, si genera un terremoto”, ha spiegato Bianco. “Finora – ha aggiunto – abbiamo imparato che quasi tutte le volte che c’è una variazione della deformazione , riscontriamo anche una variazione della sismicità”.

A Rione Terra, ha aggiunto Bianco, “la velocità media di sollevamento mostra un trend in incremento che al momento non è possibile quantificare. Possiamo dire che all’aumento della velocità di sollevamento abbiamo osservato che in questo caso (ma anche altre volte nel passato) è aumentata la sismicità”.

 

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