Una testa di capretto insanguinata e infilzata con un coltello da macellaio, la testa è accompagnata da un biglietto in cui è scritto “Così”. Il ritrovamento è avvenuto davanti alla porta di casa della giudice leccese Maria Francesca Mariano, sotto scorta da alcuni mesi dopo alcune lettere minatorie ricevute.
La testa dell’animale sarebbe stata trovata la notte tra giovedì e venerdì dalla stessa magistrata che poi ha avvisato le forze dell’ordine. Sull’ accaduto indaga la squadra mobile.
Le intimidazioni che la giudice riceve sarebbero legate alle indagini che hanno portato all’operazione antimafia con cui lo scorso 17 luglio furono arrestate 22 persone del clan Lamendola-Cantanna ritenuto organico alla Sacra corona unita, la mafia pugliese. Insieme alla giudice Mariano è finita sotto scorta per le minacce ricevute anche la titolare dell’inchiesta, la pm Carmen Ruggiero.
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