Fra una settimana, il 26 giugno, il notaio Arrigo Roveda darà lettura del testamento di Silvio Berlusconi. Da dividere fra i cinque eredi legittimi un patrimonio stimato in circa 4 miliardi di euro. Il pezzo forte, ovviamente, è come saranno distribuite le quote quel 61% di Fininvest che controlla l’impero televisivo Mfe-Mediaset.
Berlusconi può disporre in senso testamentario di un terzo dei suoi beni: gli altri due terzi vanno divisi in parti uguali tra i figli.
Gli “esperti” assicurano che Luigi, Barbara ed Eleonora, figli di Veronica Lario, saliranno complessivamente al 46%. Marina e Piersilvio, figli di Carla Elvira Dall’Oglio, dovrebbero salire al 32%. Resta da capire dove Berlusconi abbia deciso di indirizzare il 20% di quota di cui poteva disporre. In nome della continuità aziendale si scommette su Marina che lo sostituirebbe in qualità di dominus.
Per Marta Fascina, ultima “quasi” moglie, si sussurra con una certa convinzione di un lascito tra i 50 e i 120 milioni, oltre a qualche immobile.
Rispetto alle strategie di consolidamento e futuro aziendale bisogna fare un passo indietro di dieci anni e analizzare gli sviluppi successivi, fino alla morte del fondatore.
Silvio Berlusconi la scelta sul futuro l’aveva fatta appunto una decina di anni fa. Vendita della pay tv Mediaset Premium attraverso uno scambio azionario e progressiva fusione di tutto il Biscione con Vivendi, ‘munizioni’ finanziarie per possibili campagne anche insieme ai francesi, forti incassi per i figli che avrebbero potuto creare la loro holding.
Poi tutto saltò, con la paura che Bolloré volesse prendersi subito l’intera Mediaset. Vivendi oggi resta socia di Mfe-Mediaset con oltre il 20%, ma la fiducia è davvero poca. Quindi si deve attendere soprattutto il testamento del fondatore per capire gli equilibri di un gruppo che guarda all’Europa, con tempi per l’apertura delle ultime volontà che non appaiono ancora immediati.
Ad aspettare è anche la Borsa, che si è mossa contrastata: Mfe B ha chiuso l’ultima seduta della settimana in calo dell’1,8%, mentre il titolo A ha segnato un rialzo dell’1,7%. Piatta la tedesca Prosieben, della quale il Biscione è ampiamente il primo azionista con quasi il 30% delle quote.
E sulla quale ci sono comunque novità. Nel consiglio di sorveglianza della società con sede in Baviera entra infatti Klara Brachtlova, responsabile degli affari esteri di Cme, cioè Ppf.
Il gruppo di investimento ceco che fa capo a Renata Kellnerova recentemente è salito dal 10 al 15% della società tedesca sulla quale da tempo ha puntato il Biscione. La nomina sarà effettiva a partire dall’assemblea di fine mese, quando entreranno anche Katharina Behrends, direttore generale di MediaForEurope-Mediaset per la regione tedesca, e Thomas Ingelfinger, apprezzato dall’azionista italiano.
Mfe con un comunicato ha apprezzato l’ingresso della Brachtlova, ritenendo che “abbia il profilo giusto per contribuire positivamente alla futura creazione di valore di ProSiebenSat.1 Media nel migliore interesse di tutti gli azionisti”.
Insomma i tedeschi si aprono ai grandi soci stranieri. Con il Biscione che in questa fase è vicina a Ppf, volendo che Prosieben si concentri maggiormente sul core business televisivo. La scomparsa di Silvio Berlusconi, ‘politicamente’ ingombrante per la Germania, potrebbe favorire ancora di più le relazioni in terra tedesca, anche se finora il Biscione ha sempre escluso un’Opa sul gruppo con sede in Baviera.
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