Si è “sentita trattata come un cane” e ora ha “paura” persino di sporgere denuncia la trans brasiliana, accerchiata da quattro vigili urbani di Milano, presa a manganellate e a calci e, infine, immobilizzata con lo spray al peperoncino. Una scena avvenuta nella mattina di mercoledì, ripresa da un cittadino e postata sui social. Si tratta di video che ha sollevato una pioggia di polemiche, diviso la politica e indignato il popolo del web.
Sarà fondamentale la querela da parte della 41enne, senza fissa dimora e con piccoli precedenti di strada, affinché le indagini, coordinate dall’aggiunto Tiziana Siciliano e dal procuratore Marcello Viola, possano sfociare in un eventuale processo. Querela che la transessuale pare orientata a presentare: in base alla riforma Cartabia ha tempo 90 giorni, altrimenti l’inchiesta si chiuderà con una dichiarazione di improcedibilità. Per aiutarla si starebbe muovendo anche il consolato del Brasile.
Il giorno dopo l’aggressione, mentre la vittima ha raccontato di essere stata picchiata e che “solo la donna vigile è stata gentile” con lei, gli inquirenti e gli investigatori stanno andando avanti per raccogliere le testimonianze ed altri elementi e per avere un quadro preciso di quel che è accaduto. E questo per poi procedere, dopo aver valutato le diverse responsabilità di ciascuno, alle iscrizioni nel registro degli indagati per lesioni aggravate di chi tra i 4 vigili ha concretamente preso parte all’aggressione.
Al momento in Procura sono arrivate tre relazioni: una del comandante dei vigili urbani milanesi Marco Ciacci, con cui ieri mattina si è tenuta una una riunione operativa, una dell’agente che si trovava nei pressi del parco Trotter e che ha avvertito, dando l’allarme, i colleghi della presenza di una donna molesta, e una degli stessi agenti poi filmati. Inoltre è in corso l’analisi dei video delle telecamere di sorveglianza delle diverse zone della città in cui si è svolta la vicenda e si stanno convocando i testimoni che si aggiungono a quelli già sentiti.
Intanto la transessuale ha raccontato la sua versione non ai pm ma alla stampa. “Avevo paura che mi picchiassero ancora (…).Mi sono nascosta dietro a un’aiuola ma mi hanno trovata”. Quanto alla denuncia, essenziale per non fermare l’inchiesta, ha spiegato che probabilmente la farà. “È una brutta storia – ha aggiunto -, ho paura che mi succeda qualcosa se parlo troppo”.
Comunque ha negato di essersi denudata e ha solo ammesso di essere stata “su di giri, sono un tipo molto agitato, avevo bevuto la sera prima e avevo fumato una spinello. Ma non ho fatto nulla di male, non ho picchiato nessuno”. E ancora: “Io ero seduta avevo le braccia alzate dicendo di non picchiarmi. Invece ho preso colpi in testa, al fianco, ancora alla testa. Mi sono sentita trattata come un cane. Chiedevo di non picchiarmi, solo la donna vigile è stata gentile con me”.
Il caso ha portato oggi il sindaco di Milano, Giuseppe Sala, a fare considerazioni più ampie: “Il tema vero è che nelle città del mondo c’è tanto disagio, tante persone poco equilibrate e tante situazioni delicate. Questa è una questione di cui si parla poco, si parla tanto di immigrazione e poco di quante persone problematiche ci sono in giro”. Per il primo cittadino “è qualcosa su cui serve veramente che lo Stato abbia la volontà di lavorare perché questo è un problema che sta crescendo e che tocchiamo con mano”.
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