Trattori in Vaticano. La protesta degli agricoltori non si ferma nemmeno di domenica. Una rappresentanza ha approfittato dell’Angelus di Papa Francesco ed ha raggiunto piazza San Pietro alla tradizionale preghiera del Pontefice.
Con la mucca Carolina – simbolo della protesta – gli agricoltori sono però stati fermati nello spazio antistante il colonnato del Bernini. Fiduciosi del’appoggio ricevuto nei giorni scorsi dal segretario di Stato, il cardinale vicentino Pietro Parolin (“vanno ascoltati, serve il dialogo”), gli agricoltori contavano di mescolarsi tra la folla ed ottenere così una grande visibilità.
Niente da fare. Bloccati dalle forze dell’ordine, si sono ritirati civilmente sostando nei pressi a conversare con la gente. Dopo la nottata sul Raccordo Anulare (150 trattori) e il conseguente raggruppamento nel presidio di via Nomentana, gli attivisti non hanno nascosto la loro insoddisfazione.
Dopol’incontro con la premier Meloni e con il ministro Lollobrigida (“solo promesse”), gli agricoltori stanno pensando a nuove azioni, anche eclatanti. Già 6 i punti di raccolta alle porte di Roma. Ben 500 lavoratori hanno trascorso la domenica nelle aree di sosta di Albano, Cecchina, Palididoro, Torrimpietra, Fiano Romano, Capena, Formello.
IL FRONTE DEGLI AGRICOLTORI È SPACCATO
Ora il fronte degli agricoltori è spaccato. La protesta si fa dura: giovedì prossimo, 15 febbraio, la cosiddetta “protesta dei trattori” raggiungerà il Circo Massimo. Previsti 20.000 agricoltori. Tale annuncio è l’indizio più evidente di una spaccatura nel movimento di protesta.
Danilo Calvani, leader degli “agricoltori traditi dei Cra “ ( comitati riuniti agricoli) dice che il raduno al Circo Massimo è solo “ la prima di una lunga serie di manifestazioni” e promette un cambio di strategia. Aggiunge:” Abbiamo iniziato con presidi lenti, ma quello che ci ha combinato il ministro Lollobrigida ci ha costretto a dare una risposta rapida”. Ed ecco quindi il perché della manifestazione di giovedì peraltro già discussa con la Questura di Roma.
I contestatori garantiscono in ogni caso di marciare “ senza arrecare intralcio al traffico o alle attività lavorative. Non solo agricoltori ,ma tutti sono chiamati a partecipare. Perché questa e’ la manifestazione di tutti e daremo una prova di civiltà ,senza violenza”.
GOVERNO AL LAVORO PER FERMARE LE PROTESTE
Il governo Meloni punta su due provvedimenti per spegnere la protesta degli agricoltori. La prima misura e’ un allargamento della fascia per l’esenzione dell’Irpef agricola. Il Carroccio in campagna elettorale incalza la premier e cavalca “i forconi”.
Matteo Salvini precisa: ”Appoggio in toto la rivolta dei trattori. La Lega non starà mai con chi vuole affossare il mondo agricolo mentre in Europa c’è chi sceglieva di appoggiare una Commissione disastrosa, responsabile di folli politiche finto-green che mettono in ginocchio settori fondamentali“.
Fiammate nella maggioranza che però non distraggono Palazzo Chigi dall’obiettivo: gettare acqua sul fuoco della rivolta e il governo confida su una seconda misura importante: il credito d’imposta per l’acquisto di macchinari agricoli. Basterà?