Uccide la moglie e va al lavoro con la figlia di tre anni. Ha poi affidato la piccola a un collega e si è tolto la vita. Tragedia familiare oggi, sabato 28 ottobre. E’ l’ennesima strage di famiglia avvenuta in Italia.
Siamo a Rivoli (provincia di Torino) in un appartamento che si trova in via Montebianco: un uomo ha prima ucciso la moglie colpendola alla gola. Secondo quanto ricostruito fino ad ora ha poi preso la figlia piccola ed è andato a lavoro in uno stabilimento a Orbassano sempre nel Torinese. Qui, dopo avere affidato la bambina a un collega si è tolto la vita buttandosi da un silos. “Mi allontano per 5 minuti”, avrebbe detto ad un collega.
Gli investigatori hanno ascoltato i parenti della coppia. A quanto pare, l’uomo era convinto di essere stato tradito.
I Carabinieri stanno indagando. L’uomo, che alcuni anni fa era stato condannato per spaccio di droga ed aveva scontato una pena con gli arresti domiciliari, dopo avere assassinato la moglie, ha telefonato alla madre che vive a Pagani in Campania raccontandole l’accaduto. La donna ha quindi avvertito il 118, che a sua volta ha allertato i Carabinieri. Anche l’uomo ha chiamato il 112 dicendo loro che si sarebbe andato a suicidare.
La moglie si chiamava Annalisa D’Auria ed aveva 32 anni. Era originaria di Nocera Inferiore in provincia di Salerno. La donna è stata accoltellata alla gola. Il marito Agostino Annunziata aveva 36 anni ed era originario di Pagani (Salerno). Era impiegato nella ditta di lavorazione dell’acciaio Massifond a Orbassano.
La figlia è stata portata al Regina Margherita per un controllo. Il cugino e collega di lavoro di Annunziata, si è precipitato in azienda a prendere la nipote a tragedia già consumata.
“Tempo fa aveva lavorato nel mio reparto – racconta un operaio a Repubblica – lavorava qui da almeno due anni, Era una bravissima persona, non aveva mai dato segni di squilibrio o di malessere. Non so cosa possa essere accaduto, siamo distrutti”.
Anche altri colleghi che lavoravano con l’uomo nello stabilimento che si trova a neanche a una decina di chilometri di distanza dalla casa della coppia, lo descrivono come un marito affettuoso. I Carabinieri sono impegnati a sentire le loro testimonianze. “Era tutto baci e abbracci con la moglie, sembravano una famiglia unita” dice chi lo frequentava anche fuori dagli orari di lavoro. “Era una famiglia unita – conferma un altro collega amico dell’uomo – è impensabile quello che è accaduto. Era una bella persona”.
Quando è arrivato in fabbrica oggi intorno alle 6.45, aveva già accoltellato a morte la donna alla gola. “Ha lasciato la bambina a un collega intorno alle 6.45, dicendogli ‘mi allontano per 5 minuti’ e si è ammazzato” spiega un altro dipendente. “Lavorava nel reparto di staffatura – raccontano altri nell’azienda, una fonderia di metalli ferrosi, getti di ghisa, modelleria e officina meccanica – e nell’ultima settimana aveva fatto sempre il turno di notte”.
I racconti dei colleghi vanno in contrasto con quanto racconta una vicina di casa. La donna ha infatti raccontato che mercoledì aveva visto l’uomo urlare contro la moglie in strada, mentre lei aveva in braccio la piccola. “Era arrabbiato perché lei non le aveva risposto al telefono e si era fatto dare da lei il cellulare in malo modo, per controllarlo” ha riferito, prima di piangere vedendo una foto della coppia.
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