Evaristo Scalco, l’uomo che nel novembre 2022 uccise nel centro storico di Genova con una freccia il 41enne peruviano Javier Alfredo Miranda Romero, è stato condannato a 23 anni di carcere. Il pubblico ministero Arianna Ciavattini aveva chiesto l’ergastolo per il 63enne. La corte d’Assise ha escluso l’aggravante dell’odio razziale ma ha ritenuto sussistenti i futili motivi.
Condannato a 23 anni, aveva ucciso un uomo con una freccia
La vittima, quella notte, era uscito a festeggiare con un amico la nascita del figlio. I due si erano messi sotto la finestra di Scalco. L’uomo si era affacciato e li aveva mal apostrofati (“andate via immigrati di m…”) perché a suo dire facevano chiasso e avevano orinato contro il muro. I due amici gli avevano risposto e allora il 63enne aveva preso l’arco e aveva sparato colpendo all’addome Romero. Era poi sceso in strada e aveva provato a estrarre il dardo. La vittima era arrivata in condizioni disperate in ospedale dove era poi morto. Scalco era stato scarcerato nei mesi scorsi e aveva ottenuto gli arresti domiciliari. Aveva anche mandato una lettera di scuse alla moglie della vittima e versato 10mila euro come primo risarcimento.
“E’ stata fatta giustizia”
I giudici ha disposto il pagamento complessivo di provvisionali alle parti civili di 500 mila euro. “C’è una parziale soddisfazione – ha detto l’avvocata Francesca Palmero che assiste la moglie della vittima -. Quello che ci interessava è che fosse fatta giustizia”. “È una sentenza che ha colto l’assurdità di un ergastolo per una persona come Scalco. Per noi – spiegano gli avvocati Jacopo Pensa e Federico Papa che lo assistono – però non è un omicidio volontario e non ci sono nemmeno i futili motivi. Questa è una tragedia umana e il dramma rimane”.