E’ allerta negli ospedali italiani per un’estate che si annuncia complessa: con un terzo dei medici in ferie, cala del 52,7% l’attività degli ambulatori, chiusi nel 15% dei casi. E risulta dunque compromessa la qualità dell’assistenza nel 56% dei reparti. Ad aggravare la situazione, anche l’attuale ondata di caldo.
A fornire il quadro è l’indagine della Federazione medici internisti ospedalieri (Fadoi) in 206 Unità operative ospedaliere di medicina interna in tutte le regioni. Ma per non portare al collasso i nosocomi, afferma Fadoi, quasi la metà dei medici aumenta i carichi di lavoro e metà salta i turni di riposo settimanali.
Effetto ferie estive, negli ospedali manca un medico su tre
A Milano in chirurgia i letti si dimezzano, nella terapia intensiva si riducono di un quarto. Si salvano i reparti di maternità, attivi all’80 per cento. In Toscana, seguendo una prassi che va avanti da anni, nelle prossime settimane le aziende sanitarie chiuderanno alcuni reparti, concentrando il personale in quelli che rimarranno aperti. Una scelta, secondo il sindacato delle professioni infermieristiche, che ricadrà anche sui pronto soccorso, a rischio collasso per l’incapacità di liberare posti letto per accogliere nuove persone.
Come specifica il Presidente Fadoi, Francesco Dentali, “nelle medicine il quadro è ancora più critico per via del fatto che i nostri reparti sono ancora erroneamente classificati come a ‘bassa intensità di cura’, il che non riflette in alcun modo la complessità dei pazienti anziani e con pluri-morbilità che abitualmente trattiamo nelle nostre Unità operative, che da sole assorbono un quinto di tutti i ricoveri ospedalieri”. “E questa anacronistica classificazione delle medicine interne implica già di per se una minor dotazione di tecnologie, medici e infermieri per posto letto, che diventa esplosiva nel periodo estivo, quando anche il nostro personale usufruisce del meritato riposo”.
Resta il fatto che, nonostante molti medici facciano gli extra per coprire i turni di notte ne il 56,8% salta i riposi settimanali, le attività ambulatoriali diminuiscono nel 52,7% dei casi e chiudono del tutto nel 15,1% degli ospedali, mentre complessivamente la qualità dell’assistenza sanitaria è compromessa nel 56% dei casi in modo sensibile.
“Compromessa la qualità delle cure”
Tra giugno e settembre, secondo l’indagine Fadoi, oltre il 91% dei medici usufruiscono dei 15 giorni di vacanze nel periodo estivo, come garantito dal contratto nazionale di lavoro. Questo comporta una riduzione degli organici in reparto che varia tra il 21 e il 30% nel 48% dei casi, tra il 30 e il 50% nel 19,4% dei reparti, mentre la carenza è tra l’11 e il 20% in un altro 21,8% dei casi. Per chi resta il volume di lavoro aumenta nel 42,7% dei casi e ciò incide “abbastanza” sull’assistenza offerta ai cittadini nel 51% dei nosocomi, “molto” in un altro 15,5%, “poco” nel 21,2% dei reparti, “per nulla” soltanto nel 6,3%.
A risentirne nello specifico sono poi le attività ambulatoriali, che diminuiscono le loro attività nel 52,7% dei casi e chiudono del tutto in un altro 15,1% degli ospedali. Il 14,1% garantisce invece l’invarianza nel numero e nei tempi delle attività negli ambulatori, che sono rimodulate nei tempi ma invariate nel numero di prestazioni in un altro 18% di casi.
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