Vanessa Ballan è stata uccisa da otto coltellate, di cui sei profonde e due superficiali. Gli elementi emergono dall‘autopsia effettuata dal medico legale Antonello Cirnelli, incaricato dalla Procura di Treviso. Due fendenti hanno lesionato entrambi i polmoni mentre una coltellata ha trapassato da parte a parte il cuore. Fortemente indiziato del delitto è Bujar Fandaj, un 41enne kosovaro imprenditore edile, con cui Vanessa aveva avuto una relazione. L’uomo, mentre pugnalava il cuore, avrebbe addirittura girato l’asse della mano che impugnava l’arma, per essere certo che il colpo fosse letale.
E intanto la Procura ha diffuso un video che incastra proprio Fandaj. Nel filmato si vede l’imprenditore edile aggirarsi nella zona nella tarda mattinata del 19 dicembre, il giorno in cui Vanessa è stata uccisa.
Vanessa Ballan è morta molto rapidamente, secondo gli anatomopatologi che hanno condotto l’autopsia sulla donna di 27 anni uccisa tre giorni fa da Bujan Fandaj. Per ucciderla l’uomo, usando una lama lunga 20 centimetri, ha inferto le pugnalate concentrandosi sul torace. Alcune sono state molto profonde e il decesso è sopraggiunto in pochi attimi. Ora si attende il nulla osta della magistratura alla restituzione della salma ai familiari e la fissazione della data del funerale. Al momento non è noto quale sia l’esito dell’autopsia sul bambino che portava in grembo. Gli inquirenti vogliono stabilire la paternità del feto.
Una serie di indizi portano ad acclarare la responsabilità di Bujar Fandaj, il kosovaro 41 anni di Altivole, (Treviso) arrestato per l’omicidio della giovane originaria di Riese Pio x in provincia di Treviso.
I carabinieri hanno raccolto, rilevano in una nota, “plurimi, univoci e gravi indizi di colpevolezza” del 41enne. Tra il materiale raccolto nell’ambito delle indagini, coordinate dalla procura trevigiana, gli investigatori hanno potuto constatare in alcuni frame di un video di una abitazione vicina a quella della vittima, un uomo con gli abiti simili a quelli sequestrati all’indagato. Gli stessi che indossava quando è stato sottoposto a fermo.
L’uomo ha anche una corporatura compatibile e si aggirava nella zona nella tarda mattinata del 19 dicembre. Qui gettava nel giardino un borsone nero, lo stesso poi sequestrato a Fandaj con all’interno vari attrezzi e strumenti di lavoro. Tra gli attrezzi anche un martello con la scritta ‘7 color’ che è stato abbandonato dall’indagato nella casa della vittima dopo esservi entrato rompendo il vetro di una portafinestra.
In mano agli inquirenti, infine, anche un coltello, con il manico di legno e con una lama lunga 20 centimetri, che è stato recuperato nel lavello della cucina, subendo una parziale lavatura. L’arma è risultata identica ad un altro coltello rinvenuto nella borsa degli attrezzi di Fandaj e che è risultato essere della stessa serie di quelli trovati nella casa di quest’ultimo.
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