Domenica mattina, sul Canal Grande di Venezia, all’altezza del Ponte di Rialto, è apparsa una chiazza di liquido verde fosforescente. Secondo i rilievi, si tratterebbe di un “tracciante”, cioè di un liquido che viene immesso in caso di perdita di acqua per seguirne il tragitto. Gli inquirenti avevano ipotizzato fin da subito una protesta da parte di militanti ambientalisti, sebbene in assenza di rivendicazioni. La polizia si era messa alla ricerca dei presunti responsabili, che avrebbero esposto anche uno striscione.
“Difficile che sia stato un incidente, quantomeno molto improbabile”. Come riporta il Gazzettino, tra i tecnici dell’Arpav, l’Agenzia regionale per l’ambiente, si tende a escludere in modo netto che la chiazza verde comparsa ieri mattina in Canal Grande sia imputabile a errore umano o semplice distrazione. Dare una versione certa della situazione è ancora prematuro, e infatti si parla del fatto con grande circospezione, ma l’ipotesi che lo sversamento del liquido fluorescente – che ha portato alla colorazione bizzarra del Canal Grande – sia riconducibile ad un atto non voluto (e frutto di una svista), sembra essere alquanto remota. “Abbiamo i campioni in analisi si limita a commentare Loris Tomiato, direttore generale Arpav, al termine di una giornata particolarmente concitata ma comunque immaginiamo si tratti di fluoresceina, sostanza solitamente utilizzata come tracciante, in polvere, che si diluisce in acqua e usata per individuare il regolare funzionamento di una rete fognaria. Intanto possiamo dire che finora non risultano sostanze di particolare tossicità”.
Dall’Arpav si spiega ancora che “sotto la luce del sole la fluoresceina ha bisogno, per dissolversi, anche di qualche giorno in funzione dei quantitativi di polvere utilizzati”. E di questa sostanza pare ne sia stata utilizzata parecchia.
In una nota Arpav evidenzia che sono stati effettuati anche dei campionamenti in alcuni canali limitrofi al ponte di Rialto. Nei quali, anche per effetto della marea, la sostanza anomala si è progressivamente diffusa, allargandosi. L’obiettivo per tutti rimane ora quello di dare quanto prima una risposta concreta all’interrogativo riguardo ad un fatto che in breve ha fatto letteralmente il giro del mondo. In attesa del responso definitivo dei laboratori, in ogni caso sono ancora al vaglio delle autorità tutte le ipotesi. La polizia locale intanto ha fatto sapere che sta visionando tutte le telecamere il sistema di videosorveglianza della zona.
La chiazza riporta alla memoria una storica performance dell’artista argentino Nicolas Garcia Uriburu. Nel 1968, in occasione della Biennale d’arte, Uriburu “colorò” di verde le acque del canale utilizzando un pigmento che rendeva fosforescenti i microrganismi presenti nell’acqua. Un’operazione spettacolare che invitava a prendersi cura dell’ambiente, usando un colore, il verde appunto, simbolo dell’ecologia universale. Nel corso della sua attività Uriburu, morto nel 2016, ha eseguito in seguito altre performance simili: nel 1989, ad esempio, colorò di verde l’acqua di una delle fontane che circondano la piramide del Grand Louvre e l’acqua della fontana del Trocadero, a Parigi.
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