I bigliettai, sei in tutto, addetti a staccare il biglietto d’ingresso alla Basilica di San Marco, al museo e al Campanile, facevano la cresta. Cioè intascavano per sè una parte dell’incasso giornaliero. E non è bello. Ancor meno edificante, a dir poco, che la loro fetta la ricavavano facendo pagare chi aveva diritto all’esenzione, come gli accompagnatori di disabili e i minori.
Contavano, a parte su una formidabile faccia tosta, sul fatto che il biglietto costa tre euro, non una gran cifra, per cui quasi sempre intascavano da chi non se la sentiva di protestar troppo.
Li hanno licenziati immediatamente, i sei. I numeri non quadravano, troppe le discrepanze nel confronto giornaliero tra gli ingressi e gli incassi. A cadere nel tranello sono stati in moltissimi, nonostante le esenzioni siano ben evidenziate sia sul sito della basilica dedicata all’evangelista Marco che davanti alla biglietteria.
Il gruppetto si sarebbe intascato cifre non altissime prese singolarmente ma da rapportare all’altissimo flusso di turisti che arrivano da tutto il mondo proprio per camminare sui mosaici dorati e sotto le volte della basilica bizantina simbolo della città.
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